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Art cz527 22hornet

Date post: 22-Jul-2016
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CZ 527 Lux cal .22 Hornet Weidmannsheil 69 P rim’ancora di affrontare i risultati tecnico-pratici di questo esteso e delicato test a caccia è doveroso fa- re una importantissima premessa riguar- do l’impiego legale del calibro .22 Hornet a caccia in Italia. So che è stato scritto molto al proposito: purtroppo molto di questo molto, a sproposito, un fatto che personalmente giudico dovuto soprat- tutto a vera ignoranza tecnico-storica sull’argomento. Pertanto è necessario fare luce e chiarezza sul perché le armi moderne camerate in calibro .22 Hornet (dalla Seconda Guerra Mondiale in poi), ossia quelle che per maggiorata foratura della canna impiegano proiettili del dia- metro di .2245” (5,702 mm) offrono si- curamente le misure legali necessarie per essere impiegate legalmente a caccia in Italia, mentre quelle costruite prima del- la SGM, recanti canne con forature im- pieganti proiettili da .223” (5,664 mm) dovrebbero essere considerate illegali per la caccia in Italia. Dico dovrebbero perché un Professore Universitario docente alla Cattedra di Firenze in Matematica mi ha spiegato che quando la Legge parla di calibro minimo a 5,6 millimetri, intende chiaramente indicare 5,60 mm, pertanto già un proiettile di diametro di 5,61 mm deve essere inteso come già superiore, quindi perfettamente legale. La legge italiana (Articolo 13 Legge 157 e successiva Circolare Ministeriale 6 maggio 1997 n° 559/C-50.065.-E-97) stabilisce che le armi con canna ad ani- ma rigata aventi proiettile superiore a 5,6 mm, anche se con bossolo inferiore a 40 mm, si devono considerare legali per l’attività venatoria. Come detto, le armi moderne camerate in calibro .22 Hornet, come ad esempio le CZ 527, le Brno ZBK 110, le Ruger 77/22H e No. 1, le Savage 40 e 24F, hanno la foratura della canna maggiorata proprio per poter sparare i proiettili normalmente impiegati dai ca- libri .222 e .223 Remington, ossia palle da .2245”, corrispondenti a 5,702 milli- metri, perciò rientrano a pieno titolo nei parametri di legge che ne consente l’im- piego. E, in ogni caso, si ricorda, come accennato poc’anzi, che sarebbe anche titolo non opinabile il fatto che già una palla da 5,69 mm (ossia da .224”, limite minimo del proiettile di questo calibro, così come dei vari .222 e .223 Reming- ton) risulti superiore a quella da 5,60 mm prevista dalla Legge… E non potrebbe essere differentemente, anche perché lo scopo precipuo del legislatore fu di met- ter fuori gioco le 22 a percussione anulare (22 short, 22 long, 22 magnum, eccetera) e, più in generale, tutte le armi camerate con proiettili eccessivamente piccoli, nel- la fattispecie inferiori ai millimetri 5,6. Tanto è che, proprio riguardo al calibro .22 Hornet che veniva impiegato inten- sivamente su armi basculanti combinate (billing, drilling, eccetera…), in Zona Alpi per la caccia a volpi, caprioli e galli, la leg- ge fa un’eccezione nel secondo comma, nel quale, descrivendo le misure legali del calibro consentito a caccia per queste ti- pologie d’arma, così recita: “È consentito, altresì, l’uso del fucile a due o tre canne (com- binato), di cui una o due canne ad anima li- scia di calibro non superiore al 12, ed una o due ad anima rigata di calibro non inferiore a millimetri 5,6…”, senza dunque specifi- care nulla al riguardo della dimensione del bossolo. Più chiaro di così... La Legge e la matematica non sono opinioni, ma fatti reali e inopinabili. Salvo, natural- mente, menti contorte o interpretazioni fantasiose, cose che in questa disgraziata Italia, purtroppo non mancano. Chiarito questo punto, devono quindi esser fatti due doverosi avvisi ai naviganti: 1) Prima di impiegare a caccia una ca- rabina camerata in calibro .22 Hornet accertatevi che il foro della canna e le munizioni, e i proiettili impiegati rien- trino nelle specifiche moderne, ossia nelle misure legali; 2) Non impiegate, per nessun moti- vo, munizioni e proiettili moderni in .2245” in armi con canne forate a .223”. Questo soprattutto per motivi di sicu- rezza prima ché legali. Chiariti dunque anche questi punti di ordine legale e di sicurezza, andiamo a considerare adesso il fatto che il .22 Hornet, seppur legale, è pur sempre un calibro al limite minimo di utilizzo ve- natorio sul capriolo oltre determinate distanza di tiro e in particolari ambienti di caccia dove la vegetazione può pregiu- dicare la struttura del piccolo (ma velo- cissimo) proiettile. In più aggiungo – e questa è una nota personalissima -, l’impiego del .22 Hornet sul capriolo risulta ideale soprattutto nel periodo estivo, con tiro su spazi aperti, in quanto questo selvatico presenta una livrea e una struttura della cotenna assai meno robusta rispetto al periodo inver- nale. Ora, non che d’inverno non si possa o non si debba impiegare, tutt’altro, è che nel periodo estivo si guadagna qualche decina di metri in più di tiro, riuscendo pertanto ad arrivare ai fatidici 200 metri, CZ 527 Lux cal .22 Hornet 68 Weidmannsheil TEST A CACCIA A cura di Alessandro Magno Giangio La Ceska Zbrojovka possiede in catalogo una versione Lusso della sua bolt action serie 527 camerata nel piccolo, ma micidiale, .22 Hornet. Questa mini-Mauser 98, dati i suoi contenutissimi ingombri e pesi, si rivela arma ideale per la caccia ai piccoli ungulati come il capriolo, sia alla cerca che da appostamento, nei luoghi ove il tiro si presenta corto e dove non è possibile far troppo rumore.
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CZ 527 Lux cal .22 Hornet

Weidmannsheil 69

P rim’ancora di affrontare i risultati tecnico-pratici di questo esteso e delicato test a caccia è doveroso fa-

re una importantissima premessa riguar-do l’impiego legale del calibro .22 Hornet a caccia in Italia. So che è stato scritto molto al proposito: purtroppo molto di questo molto, a sproposito, un fatto che personalmente giudico dovuto soprat-tutto a vera ignoranza tecnico-storica sull’argomento. Pertanto è necessario fare luce e chiarezza sul perché le armi moderne camerate in calibro .22 Hornet (dalla Seconda Guerra Mondiale in poi), ossia quelle che per maggiorata foratura

della canna impiegano proiettili del dia-metro di .2245” (5,702 mm) offrono si-curamente le misure legali necessarie per essere impiegate legalmente a caccia in Italia, mentre quelle costruite prima del-la SGM, recanti canne con forature im-pieganti proiettili da .223” (5,664 mm) dovrebbero essere considerate illegali per la caccia in Italia. Dico dovrebbero perché un Professore Universitario docente alla Cattedra di Firenze in Matematica mi ha spiegato che quando la Legge parla di calibro minimo a 5,6 millimetri, intende chiaramente indicare 5,60 mm, pertanto già un proiettile di diametro di 5,61 mm deve essere inteso come già superiore, quindi perfettamente legale.

La legge italiana (Articolo 13 Legge 157 e successiva Circolare Ministeriale 6 maggio 1997 n° 559/C-50.065.-E-97) stabilisce che le armi con canna ad ani-ma rigata aventi proiettile superiore a 5,6 mm, anche se con bossolo inferiore a 40 mm, si devono considerare legali per l’attività venatoria. Come detto, le armi moderne camerate in calibro .22 Hornet, come ad esempio le CZ 527, le Brno ZBK 110, le Ruger 77/22H e No. 1, le Savage 40 e 24F, hanno la foratura della canna maggiorata proprio per poter sparare i proiettili normalmente impiegati dai ca-libri .222 e .223 Remington, ossia palle da .2245”, corrispondenti a 5,702 milli-metri, perciò rientrano a pieno titolo nei parametri di legge che ne consente l’im-piego. E, in ogni caso, si ricorda, come accennato poc’anzi, che sarebbe anche titolo non opinabile il fatto che già una palla da 5,69 mm (ossia da .224”, limite minimo del proiettile di questo calibro, così come dei vari .222 e .223 Reming-ton) risulti superiore a quella da 5,60 mm prevista dalla Legge… E non potrebbe essere differentemente, anche perché lo scopo precipuo del legislatore fu di met-ter fuori gioco le 22 a percussione anulare (22 short, 22 long, 22 magnum, eccetera) e, più in generale, tutte le armi camerate con proiettili eccessivamente piccoli, nel-la fattispecie inferiori ai millimetri 5,6. Tanto è che, proprio riguardo al calibro .22 Hornet che veniva impiegato inten-sivamente su armi basculanti combinate

(billing, drilling, eccetera…), in Zona Alpi per la caccia a volpi, caprioli e galli, la leg-ge fa un’eccezione nel secondo comma, nel quale, descrivendo le misure legali del calibro consentito a caccia per queste ti-pologie d’arma, così recita: “È consentito, altresì, l’uso del fucile a due o tre canne (com-binato), di cui una o due canne ad anima li-scia di calibro non superiore al 12, ed una o due ad anima rigata di calibro non inferiore a millimetri 5,6…”, senza dunque specifi-care nulla al riguardo della dimensione del bossolo. Più chiaro di così... La Legge e la matematica non sono opinioni, ma fatti reali e inopinabili. Salvo, natural-mente, menti contorte o interpretazioni fantasiose, cose che in questa disgraziata Italia, purtroppo non mancano.

Chiarito questo punto, devono quindi esser fatti due doverosi avvisi ai naviganti:

1) Prima di impiegare a caccia una ca-rabina camerata in calibro .22 Hornet accertatevi che il foro della canna e le munizioni, e i proiettili impiegati rien-trino nelle specifiche moderne, ossia nelle misure legali;

2) Non impiegate, per nessun moti-vo, munizioni e proiettili moderni in .2245” in armi con canne forate a .223”. Questo soprattutto per motivi di sicu-rezza prima ché legali.

Chiariti dunque anche questi punti di ordine legale e di sicurezza, andiamo a considerare adesso il fatto che il .22 Hornet, seppur legale, è pur sempre un calibro al limite minimo di utilizzo ve-natorio sul capriolo oltre determinate distanza di tiro e in particolari ambienti di caccia dove la vegetazione può pregiu-dicare la struttura del piccolo (ma velo-cissimo) proiettile.

In più aggiungo – e questa è una nota personalissima -, l’impiego del .22 Hornet sul capriolo risulta ideale soprattutto nel periodo estivo, con tiro su spazi aperti, in quanto questo selvatico presenta una livrea e una struttura della cotenna assai meno robusta rispetto al periodo inver-nale. Ora, non che d’inverno non si possa o non si debba impiegare, tutt’altro, è che nel periodo estivo si guadagna qualche decina di metri in più di tiro, riuscendo pertanto ad arrivare ai fatidici 200 metri,

CZ 527 Lux cal .22 Hornet

68 Weidmannsheil

TEST A CACCIA

A cura di Alessandro Magno Giangio

La Ceska Zbrojovka possiede in catalogo una versione Lusso della sua bolt action serie 527 camerata nel piccolo,ma micidiale, .22 Hornet. Questa mini-Mauser 98, dati i suoi contenutissimi ingombri e pesi, si rivela arma ideale per la caccia ai piccoli ungulati come il capriolo, sia alla cerca che da appostamento, nei luoghi ove il tiro si presenta corto e dove non è possibile far troppo rumore.

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CZ 527 Lux cal .22 Hornet

Weidmannsheil70 Weidmannsheil 71ottobre 2011 ottobre 2011

TEST A CACCIA

carabina che di per sé costa il giusto. Per-dipiù è fatto davvero bene perché, trami-te una vite di regolazione posta davanti al grilletto, consente tarature nell’ordine di poche decine di grammi. Il peso dello scatto senza stecher è altresì regolabile, e presenta di suo un’ottima corsa, pulita e senza incertezze.

Ricordo, inoltre, che questa versione Lux della CZ527 è disponibile anche nei calibri .222 e .223 Remington.

L’otticaVediamo ora l’ottica impiegata dall’auto-

re per entrambi i test, al poligono e a cacciaL’azione del 527 Lux è caratterizzata

da due ponti nella cui sezioni superiori presentano due guide a coda di rondine di 16 mm che consentono il montaggio diretto dell’ottica, in modo tale da non avere la necessità di montare alcuna basetta. Tuttavia, se si desidera monta-re ottiche con campane superiori ai 44 mm è necessario ricorrere ad apposite piastrine di rialzo poiché il profilo delle code di rondine è molto basso. In ogni caso, questa integralità tra l’azione e le due code di rondine presenta un van-

taggio enorme, la robustezza e la coassialità, due virtù che si tradu-cono positivamente poi sulla pre-cisione globale della carabina.

Le mire metalliche, seppur spartane, su questo modello Lux sono state previste come nella maggior parte delle versioni della 527. Il che però è di nulla utilità, vista la cameratura completamente ina-datta al tiro sia alla posta che a quelli tipi-ci della caccia vagante.

Visto che il calibro .22 Hornet limi-ta le distanze di tiro utile a 200 metri e che il piazzamento del colpo deve essere chirurgico, data la assoluta mancanza di energia da vendere, ho scelto un can-nocchiale di fascia medio-alta di nuova generazione, quindi particolarmente lu-minoso, con ingrandimento di almeno 12x e reticolo medio-sottile. Una scelta quindi dovuta proprio al fatto che con ca-libri piccoli il piazzamento del colpo deve essere eseguito nella maniera più precisa possibile. Tra i marchi di ottiche per la caccia poco conosciuti in questa fascia di prezzo, c’è quello di Zeiss, azienda tra i leader mondiali di ottiche da caccia di fa-scia alta e altissima. L’ottica di questo test è appunto un cannocchiale variabile della nuova serie di fascia media di prezzo, la Duralyt, modello 3-12x50 mm, dotato di reticolo n. 6, che ho montato sul castello della carabina di prova con l’ausilio di ba-si e attacchi fissi originali CZ.

Le lenti di quest’ottica sono trattate con finiture multistrato, mentre il tubo è da 30 mm. Il peso complessivo dell’ot-tica è di soli 590 grammi, per un ingom-bro complessivo di 34.7 cm, un risultato molto interessante per chi abbisogna di un cannocchiale luminoso e dalla note-vole escursione focale – ma di qualità

La sicura non è montata sulla sommità del noce dell’otturatore come sul Mauser 98 ma si trova spostata sul lato destro in corrispondenza del codolo dello stesso, in una posizione francamente più como-da ed ergonomica rispetto al suo antesi-gnano maggiore. Si tratta di un mecca-nismo a due posizioni con il blocco del manubrio di armamento in posizione di Safe. L’azionamento è piuttosto rumoro-so se eseguito con impeto da buck fever… quindi il cursore va spostato con l’indice e il pollice congiunti.

Sul lato opposto del codolo dell’ottura-tore si trova, invece, il pulsante di sgancio dell’otturatore.

L’arma presenta anche un altro punto a favore, l’ergonomia: si imbraccia molto bene e la pala del calcio possiede l’altezza giusta per poter montare anelli d’altezza media, il che, con l’azione Mauser 98, è sempre di enorme vantaggio. La sezio-ne dell’astina è piuttosto piatta, il che si rivela d’enorme vantaggio per poter agevolmente appoggiare l’arma per il tiro nelle tipiche condizioni di caccia, ol-treché al poligono. Il calciolo è in gomma morbida, ottimale quindi nella sua fun-zione di ammortizzazione del rinculo, invero nullo nel calibro .22 Hornet. Ot-timo anche sia il feeling con il materiale della calciatura che con le zigrinature che assicurano un eccellente grip.

Tuttavia la parte migliore dell’arma riguarda lo scatto, almeno per l’uso ve-natorio. Di serie, presenta lo stecher alla francese, il che aggiunge valore ad una

in luogo dei 120-150 me-tri. E questo, ovviamente, con

proiettili dalla struttura robusta.Altra considerazione personale è che

ho trovato veramente ideale l’impiego del .22 Hornet in quegli ambienti dove lo sparare, nell’agosto vacanziero, in zo-ne dove, giustamente, la gente alle 5 del mattino dorme beata, arreca fastidioso disturbo. A misura del suo modestissi-mo botto, infatti, si evitano inutili e in-giusti attriti con chi, della caccia, non ha che poca conoscenza o, peggio, ne nutre diffidenza o addirittura odio. Quindi un calibro adattissimo ad essere impiegato anche dalle guardie venatorie o da caccia-tori abilitati e/o autorizzati per la caccia in deroga e art. 37 su selvatici che popo-lano aree attigue a centri abitati.

Le quattro conditio sine qua non del cac-ciare con calibri piccoli sono quelle di di-sporre di un’arma estremamente precisa; essere molto esperti nel piazzamento del colpo; conoscere i limiti tecnici dell’im-pianto balistico che si impiega, e tirare sempre al pulito. Soddisfatte queste prerogative i risultati che si ottengono, spesso, vanno ben oltre ciò che si potreb-be mai pensare, immaginare o aspettar-si. D’altronde, le sorprese non mancano mai a chi, come me, conduce approfondi-ti test sul campo, e non su ciò che è stato detto o scritto in precedenza sull’argo-mento. Purtroppo, in materia di balistica venatoria terminale, spesso avrete no-tato una notevole rigidezza su vecchie concezioni e parametri, che ad altro non servono che a perpetrare talune certezze e ignoranze fondate più sulla teoria della carta e dei numeri che sulla vera pratica. Il calibro .22 Hornet applicato alle fac-cende della caccia a piccoli animali sino

al capriolo, è una delle più celebri vittime di questo

modo di fare, o meglio, di non fare, an-che perché, proprio in tema di balistica venatoria terminale, ciò che dicono i nu-meri, spesso, non corrisponde a ciò che si rileva sul campo. E viceversa.

a caccia con: cZ 527 Lux caLibro .22 HornetIl modello 527 della celebre casa Ce-

ska Zbrojovka, assieme al famoso 550, rappresenta una vera icòna dell’intera produzione di armi bolt action da cac-cia. Lo scopo principale di questo test sul campo è stato quello di provare un binomio arma-calibro adatto a chi, sof-frendo il rinculo e i pesi/ingombri delle armi standard, desidera portare a caccia di selezione di caprioli, una carabina compatta, leggera, silenziosa, in am-bienti nei quali i tiri avvengono a corta distanza, senza quindi l’esigenza di do-ver impiegare calibri esasperati e, quin-di, inutili, se non controproducenti per l’integrità della spoglia. Il .22 Hornet, infatti, di danni alle carni del capriolo ne fa veramente di minimi.

La bolt action modello 527 è, in pratica, una 550 in miniatura: infatti, dalla sorel-la maggiore riprende tutte le caratteristi-che di base del concetto Mauser legato all’otturatore modello 98 e a gran parte della meccanica concepita attorno ad es-so. Una realtà tecnica che si trasmuta in un enorme vantaggio per l’utente finale, perché egli può usufruire di una mecca-nica affidabilissima ed estremamente robusta. Le carabine bolt action della CZ, infatti, sono note al grande pubblico per la loro meccanica massiccia che le ren-de molto precise e costanti. La CZ 527 in versione Lux .22 Hornet si presenta piuttosto compatta – soli 107.7 cm di lunghezza -, leggera (poco meno di 2.800 grammi), e con una calciatura con pala bavarian concepita per il tiro con l’ottica.

L’arma possiede un bel calcio in noce europeo ed è completa di mire metalliche. Grazie al calcio in noce stagionato con belle venature e ad una brunitura realiz-zata piuttosto bene, questa 527 può esse-re portata a caccia in qualsiasi situazione meteo, senza patemi d’animo per la salu-te dell’arma stessa né per le prestazioni balistiche. La meccanica è molto precisa, silenziosa, direi più rifinita di quella della 550. L’otturatore, di tipo Mauser, presen-ta il classico estrattore a lamina non ro-tante durante il movimento di apertura e chiusura. Da nuova, come tutte le carabi-ne di grande serie con otturatore Mauser 98, presenta una certa ruvidità nella fase di estrazione del bossolo spento, opera-zione che va fatta con la mano molto pe-sante e veloce; poi con l’uso tutto comin-cia a diventare più fluido.

Il serbatoio, estraibile tramite un picco-lo pulsante a bilanciere, monofilare, dal-la capacità di 5 colpi, è un’idea davvero buona da parte della CZ, poiché le cor-te cartucce del .22 Hornet risultano più raccolte, si presentano meglio alla testa dell’otturatore in fase di alimentazione, per cui l’azione non ne soffre per nulla. Le munizioni, tuttavia, devono essere infilate nel caricatore con precisione, co-sì come deve essere inserito bene il ser-batoio nell’azione, altrimenti possono presentarsi problemi di alimentazione. In più le munizioni ricaricate devono ri-spettare la lunghezza massima consenti-ta dal serbatoio stesso.

La bolt action modello 527 è, in pratica, una 550 in miniatura.

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CZ 527 Lux cal .22 Hornet

Weidmannsheil72 Weidmannsheil 73ottobre 2011 ottobre 2011

TEST A CACCIA

impiegati con uno spettro d’utilizzo assai più ampio rispetto alle loro rispettive basi balistiche progettuali originarie.

In aggiunta a questi calibri, si può anno-verare anche il .22 Hornet, un impianto balistico sino a poco tempo fa relegato al solo impiego sul gallo, sulla volpe, la mar-motta e i corvidi, ma che oggi grazie so-prattutto a due nuovi proiettili da ricari-ca della americana Hornady, il V-Max 35 grani e il V-Max 40 grani, e ad uno della Nosler, il Ballistic Tip da 40 grani, può es-sere impiegato con grande soddisfazione anche nella caccia al capriolo. In più, esi-stono anche in commercio alcune ottime munizioni commerciali, come le Hornady V-Max da 35 grani, con le quali si posso-no ottenere performance di tutto rilievo, come ho potuto constatare sul campo. Una nota a proposito della ricarica casa-linga del .22 Hornet: in commercio sono presenti anche proiettili da ricarica appo-sitamente costruiti per le vecchie armi in .22 Hornet aventi canna forata a .223” che qualora sparati con armi con canna forata a .2245” risultano molto imprecisi.

Ricordo poi brevemente – ma è una nota importante… -, che le armi che ca-merano il calibro .22 Hornet di nuova produzione statunitense (Ruger e Sava-ge) hanno passo di rigatura di 1:14” per poterle utilizzare al meglio soprattutto con i proiettili oltre i 40 grani (40-55 gra-ni), mentre quelle di produzione europea (CZ, Brno, Anschutz, ad esempio), sia vecchie che moderne, hanno il passo di rigatura originale da 1:16”, ottimale con proiettili da 33 a 45 grani.

La precisione, tuttavia, può variare, anche sensibilmente, tra entrambe le armi, euro-pee e americane, secondo i proiettili impiegati, e questo al di là della faccenda legata ai passi di rigatura. Infatti, il .22 Hornet è un calibro piut-tosto sensibile alle variazioni dei parametri di balistica interna. Nel mio caso, con la CZ 527 Lux, ho trovato estremamente precise le Hornady V-Max sia da 35 grani, che da 40 grani. Quest’ul-time molto adatte al capriolo per strut-tura, per precisione, ma soprattutto per radenza sino ai 200 metri di distanza.

Per il nostro test sul campo ho deciso di utilizzare due munizioni, una com-merciale, la Hornady V-Max da 35 grani, e una ricarica assemblata con proiettile V-Max da 40 grani, bossoli Winchester, inneschi Federal 205M e 11.5 grani di polvere H110 le quali hanno consentito alla munizione casalinga di raggiungere i 2.903 piedi al secondo alla bocca (V° 953 m/sec). Le due munizioni hanno le seguenti caratteristiche:

Date le caratteristiche ambientali dei luoghi di caccia dove ho deciso di testare questi materiali, e che presentavano tiri non oltre i 150 metri di distanza (ma in media tra i 60-100 metri) e una ve-getazione assente, ho deciso di tenere l’azzeramento dell’arma con le cartuc-ce commerciali 4 cm sopra la mouche in modo tale da non dover compen-sare troppo con il reticolo nei tiri alla distanza limite, mentre con la ricarica sono stato appena 2 cm sopra. Le ro-sate di 5 colpi cadauna ottenute al po-ligono di Lastra a Signa, alla distanza

di 100 metri, sono state molto incorag-gianti: 11 mm con la V-Max da 40 grani ricaricata, 12 mm con la commerciale Hornady V-Max da 35 grani. Ho an-che verificato i valori di caduta dei due proiettili a 200 metri: 27.5 cm con la commerciale, appena 15.5 con la ri-carica. Questa enorme discrepanza di caduta dei due proiettili è dovuta principalmente alla enorme differen-za tra i due coefficienti balistici, che nella V-Max da 35 grani è pari a soli

.109, mentre nella V-Max da 40 grani è di .200. Chiaro che, con la commerciale, ho tirato una rosata a 150 metri di di-stanza ad un poligono improvvisato sul campo di caccia per verificare di preciso i valori di caduta, in modo tale da poter effettuare un tiro preciso qualora mi fos-se capitata l’occasione di un tiro al limite.

La cartuccia ricaricata, vista la sua ca-pacità di conservare molto meglio l’ener-gia lungo la sua traiettoria e di avere una radenza molto superiore alla munizione commerciale (vedi tabella con caratteri-stiche allegata), considerati i soli 40 gra-ni di peso, l’ho impiegata in zone dove il tiro poteva raggiungere anche i 200 metri, ottenendo abbattimenti fulminei e senza perdita di carne.

Sinceramente, la soluzione migliore mi è sembrata proprio quella con palla V-Max da 40 grani. In ogni caso, proverò a breve anche la Nosler Ballistic Tip Solid Base da 40 grani e vi farò sapere.

Riguardo gli effetti terminali, devo dire che tra i due proiettili V-Max, quello da 35 grani è veramente terribile soprat-tutto entro i 100 metri, un missile che

Hornady V-Max35 grani 40 grani ricaricata

V° 945 m/sec V° 953 m/sec

E° 103 kgm E° 103 kgm

E100m 55.4 kgm E90m 74.4 kgm

E200m 27.2 kgm E180m 52.4 kgm

Hornady .224 cal 40 g V-MAX

– da poter montare su una carabina al-trettanto leggera e compatta. La finitu-ra è brunita grigio-antracite, antirifles-so. L’ottica è totalmente impermeabile grazie al riempimento di gas nitrogeno all’interno dello chassis.

Il reticolo n. 6 è una rielaborazione del classico German n. 4 ottimizzato per il ti-ro su bersagli piccoli. Infatti, le linee gros-se del reticolo 6 corrispondono ad uno spazio pari a 6 e 2 cm rispettivamente a 3x e 12x a 100 metri di distanza; le linee sottili corrispondono ad uno spazio pari a 2 e 0.5 cm rispettivamente a 3x e 12x a 100 metri di distanza, mentre la croce del 6 “toglie” appena 3 cm di spazio a 3x, 1,5 cm a 6x, e 0,8 cm a 12x, sempre a 100 me-tri di distanza, anche questi valori pronti da “leggere” sul reticolo, possono essere utili per le correzioni di tiro. A tal propo-sito, per riferimento – e debito confronto – si consideri che un reticolo German 4 “toglie”, a 100 metri, regolato a 6x, circa 12 cm di selvatico, e ben 24 cm a 200 me-tri: in pratica, a 200 metri di distanza, se inquadrate con un German 4 un piccolo di capriolo di selezione, ponendo il retico-lo alla spalla, non vedrete uscire altro che la testa da un lato e il posteriore dall’altro, il che rende molto aleatorio un tiro preci-so. Col reticolo 6, al contrario, si riesce ad essere sempre al centro dell’area vitale del selvatico anche in condizioni di luce cre-puscolare, anche a lunga distanza.

Il campo di vista, a 100 metri di distan-za, è di 11 metri a 3x e di 3.20 metri a 12x. Tutte le ghiere dell’ottica non emet-

tono alcun rumore al ruotarle, il che a cac-cia è un vantaggio non trascurabile in più.

Le due torrette di regolazione per l’alzo e la deriva possiedono una scala pari ad 1 cm a 100 metri di distanza (quasi 1/3 di MOA). L’ottica è dotata di correttore fisso di parallasse preregolato a 100 me-tri. Della serie Duralyt ne esistono an-che altri due modelli, un 1.2-5x36 mm da battuta, e un 2-8x42 mm per la caccia vagante, sempre con reticolo 6. L’oculare possiede anche la regolazione di corre-zione diottrica impostata con una escur-sione tra +2 e -3.

Ciò che mi ha impressionato di più du-rante il test a caccia è stata la pulizia e la nitidezza dell’immagine e l’incredibile ri-soluzione e luminosità, anche oltre il cre-puscolo, offerta da questo Zeiss Duralyt e la notevole escursione ottica. Quest’ot-tica, pertanto, si inserisce perfettamente, per prezzo e per prestazioni, nella fascia medio-alta, il che la rende appetibile ai più, soprattutto in virtù del prezzo di vendita che stupirà l’interessato utente. D’altronde, per le distanze medie di caccia nel nostro Paese, il variabile 3-12x rap-presenta l’ottica standard di riferimento.

Robusta e affidabile, grazie all’ingrandi-mento massimo di 12x e al fine reticolo, il Duralyt consente una comoda e precisa acquisizione delle aree vitali dei piccoli mammiferi (marmotta, volpe e caprio-lo) sino alla soglia dei 200 metri. La sua luminosità, in termini pratici, offre quei cinque minuti di caccia in più tanto van-tati dai prodotti di fascia alta. Quindi, un

ottimo prodotto per la caccia all’aspetto con calibri piccoli, grazie a ingombri e pe-si ridotti al minimo.

Le PreStaZioni baLiSticHeNell’ultimo decennio la tecnologia ap-

plicata alla produzione di munizioni da caccia e più in particolare, di proiettili, ha consentito lo sviluppo di prodotti con nuovi parametri balistici, sia esterni che terminali, tali da poter riscrivere il libro della balistica venatoria legata soprattut-to alla caccia a palla. Tutta questa notevo-le innovazione tecnologica consente oggi al cacciatore moderno di poter ottimizza-re al massimo qualsiasi calibro, sia di nuo-va che di vecchia o antica generazione. In questo contesto, devo segnalare l’enorme sforzo economico-tecnologico messo in campo da Hornady, Nosler e Barnes che, per primi, hanno creduto di poter dare concretamente una svolta alla balistica terminale. Prodotti quali la Barnes Triple-X Shock e derivati (Tipped e MRX), le SST, le LeverEvolution e le V-Max della Hornady e le Accubond, le Ballistic Tip e Ballistic Silvertip della Nosler, offrono oggi al cacciatore a palla quanto di meglio la tecnologia può offrire, anche per poter ottimizzare il proprio binomio arma-cali-bro con i reticoli balistici delle ottiche di nuova generazione. Con l’impiego di que-sti proiettili, molti appassionati di calibri desueti o di scarsa diffusione commercia-le hanno potuto riportare a caccia le loro armi, ora perfettamente adatte ai tempi, agli ambienti, alle specie e alle tipologie di caccia moderne quanto a performance sul campo. Inoltre, alcuni di questi impianti balistici hanno anche visto allargare sen-sibilmente il loro range operativo, con ulteriore soddisfazione del loro appas-sionato utente. Calibri come il .222 e il .223 Remington, il 7,62x39 mm, il 7x57 e l’8x57 Mauser, il 6,5x55 Swedish Mauser, il .30/30 Winchester, il .44 Remington Magnum, il .405 Winchester e il .45/70 Gvn’t, ad esempio, oggi possono essere

Le ottiche Zeiss sono distribuite in Italia dalla ditta Bignami di Ora (Bolzano) www.bignami.it - [email protected]

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TEST A CACCIA

metri e si accascia al suolo. Il proiettile è fuoriuscito completamente, espanso di una volta e mezzo il suo diametro.

Il secondo abbattimento con la V-Max da 40 grani è a carico di un gio-vane maschio tirato a 168 metri. Mi si presenta di tre quarti. Al colpo, indirizzato in pieno petto, si acca-scia immediatamente; tenta di ri-alzarsi; ricarico ma, appena rimes-so il reticolo sul selvatico, lo vedo crollare definitivamente. Anche in questo caso, il proiettile è fuoriu-scito completamente dalla cassa toracica opposta provocando un foro d’uscita di circa 2.5 cm.

Terzo – e ultimo – abbattimen-to, una giovane femmina colpita a 92 metri di distanza, in perfetto orizzontale: anche questo colpo

lo indirizzo dietro la spalla, con il risultato, anche stavolta, di polveriz-

zare entrambi i polmoni con il crollo im-mediato del selvatico. In tal modo, c’è anche da considerare la perdita praticamente nulla di carne, fatto che aumenta un po’ qualora si attingono le spalle in pieno, ovviamente.

Il lungo test, è terminato. Il che mi consente di arrivare a delle più che concrete conclusioni.

concLuSioniIn buona sintesi, i vantaggi principali di cacciare il capriolo

con una CZ 527 Lux camerata in calibro .22 Hornet sono così elencabili: ingombri e pesi ridotti al minimo; rinculo e rilevamento nullo, quindi possibilità di vedere sempre la re-azione al colpo del selvatico e poter eventualmente ripetere un colpo successivo senza che il selvatico sia minimamente allertato; ottimo potere d’arresto sino almeno a 168 metri di distanza; ottima precisione; rumore quasi nullo, quindi possibilità di utilizzo in zone con alta densità umana; affida-bilità totale; perdita di carne quasi nulla. Questo è dunque un binomio estremamente raccomandabile alle cacciatrici, ai giovani selecontrollori, e a chi detesta il rinculo e l’ecces-sivo rumore da sparo, nonché a chi desidera un’arma mini-male – ma micidiale - per tiri sino a distanze medie, ovvero ben entro i 200 metri.

Una nota positiva va a Zeiss: il colosso è riuscito a partorire – finalmente – un prodotto di fascia di prezzo medio ma con caratteristiche qualitative medio-alte, quindi con un rapporto qualità-prezzo-prestazioni che farà la gioia di chi ha sempre desiderato uno Zeiss senza dover chiedere un piccolo mutuo.

c

Beretta 501S cal .308 Winchester

Weidmannsheil 75ottobre 2011

V-MAX

Weidmannsheil74 ottobre 2011

fa della cessione d’energia e dell’effetto shock le sue principali peculiarità; il 40 grani, inve-ce, presenta un grado di penetrazione an-cora superiore, fatto che lo rende adatto anche al tiro con animale in posizione di ¾ e sulla spalla del selvatico anche a di-stanze limite di 200 metri.

Ai ricaricatori ricordo di tenere in de-bita considerazione l’enorme differenza di temperatura esterna tra l’agosto e il marzo, per cui nella composizione delle dosi di ricarica, vista la grande sensibilità del calibro, è necessario dare un occhio ai picchi pressori per non compromettere soprattutto la precisione.

a caccia Di caPrioLiIl target unico dei miei test a caccia è

stato il capriolo. La prima fase del test ha riguardato la caccia con la munizione commerciale Hornady V-Max da 35 gra-ni. I primi tre abbattimenti conseguiti hanno fatto da esempio e da apripista a tutto l’intero test, soprattutto in merito al potere lesivo e allo stopping power del calibro. Eccovi la cronistoria.

Il primo capriolo abbattuto è stata una femmina giovane tirata a 48 metri di distanza in perfetto orizzontale. Il sel-vatico, colpito in piena spina dorsale è crollato sul posto. Data l’esigua distan-za di tiro e la localizzazione del punto di impatto del proiettile - la spina dor-sale è un punto mortalissimo-, ho però

tutte le indicazioni del caso sul calibro e sulla munizione: l’anima-le, posto in perfetto orizzontale, al colpo si piega su un lato, compie un passo com-pleto in avanti, barcolla per un paio di se-condi e quindi stramazza al suolo. Attin-to in piena zona dietro spalla, nella zona dei polmoni, è crollato proprio perché il proiettile ha letteralmente polverizzato i due polmoni con un foro di ingresso pari

al diametro della palla e con uno di uscita pari a 1.5 centimetri.

Convinto dell’eccellente po-tere d’arresto del piccolo .22 Hornet, do quindi inizio al test con la ricarica con pal-la V-Max da 40 grani che impiego subito su un altro capriolo maschio adulto che tiro a 117 metri di di-stanza, di perfetto fianco sinistro. Il selvatico, attin-to dal proiettile in piena spalla, percorre meno di 6

cercato di capire il mo-dus operandi del proiettile a contatto con ossa molto dure attinte a distanze brevi. Ho verificato che la spina per un tratto di almeno 4 cm era stata completamente distrutta e che alcune schegge della stessa avevano bucato cuore, polmoni e stomaco situa-ti al di sotto del punto di impatto con angoli di traiettoria pari a 90°.

Il secondo capo abbattuto, una femmi-na adulta, colpita a 69 metri di distanza, di tre quarti con un angolo di sito molto pronunciato, circa 25-30° in basso, mi ha fornito altre considerazioni importanti: innanzitutto, il capo è crollato sul posto; l’in-gresso del proiettile è stato l’alta spalla con un foro d’entrata pari al diametro del proiettile, mentre la fuoriuscita la parte oppo-sta nei pressi dello sterno, dove il proiettile, dopo aver forato il cuore, si è espanto tanto da provoca-re un foro di uscita di 3.5 cm di diametro.

Ma è il terzo abbattimen-to, un maschio adulto si-tuato a 154 metri a darmi

SCHEDA T

ECNICAProduttore: Ceska Zbrojovka, Svatopluka cecha 1283, 688 27 Uhersky Brod,

Republica Ceca - www.czub.cz - [email protected] e distributore: Bignami spa, Via Lahn, 1 39040 Ora, Bolzanowww.bignami.itModello: CZ 527 LuxCalibro: .22 HornetCatalogo Nazionale: 11.387Altri calibri disponibili: .222 Remington .223 RemingtonTipologia: Carabina a ripetizione manuale Percussione: percussore lanciatoEstrattore: a lamina tipo MauserFunzionamento: a otturatore girevole-scorrevole sistema MauserSerbatoio: monofilare amovibile da 5 colpi + 1 in canna

Canna: 60 cmMire: metalliche; coda di rondine per montaggio anelliFinitura: brunita lucidaPasso di rigatura: 1:16” a 6 principiCalciatura: noce europeoScatto: in un unico tempo completo di stecher franceseSicura: manuale a leva sulla coda dell’otturatoreLunghezza: 107.7 cmPeso: 2.800 grammiPrezzo: 768,00 Euro IVA inclusa

22 Hornet V-MAX

OMAGGIO!Set RWS del Cacciatore

*Azione valida sino ad esaurimento scorte.

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