Il progetto
Rockmagneten
Roskilde, DanimarcaMvrdv
Spazio, tempo e rock’n’roll Nel progetto di uN complesso per performaNce e documeNtazioNe dedicate alla
musica rock si sperimeNta uNa composizioNe su più registri che iNtegra all’iNformale
coNservazioNe dell’esisteNte uNa squillaNte serie di Nuovi volumi
di Tino Grisi, Dapt Università di Bologna, rendering di Luxigon
I nuovi volumi sono variegate
aggiunte sovrapposte alle
strutture industriali
La vecchia
fabbrica diviene
spazio condiviso
Il progetto è animato
da un senso di
informalità non-finita
La piazza è un
connettivo urbano
per manifestazioni
all’aperto
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Roskilde, sull’isola di Sjælland, appena a occidente di
Copenaghen, è sede annuale del maggiore festival rock del nord-
Europa, tenuto nei terreni liberi attorno all’abitato; a far da cerniera tra
il teatro della manifestazione e la città penserà in futuro il complesso
“Rockmagneten”, ideato dal gruppo olandese Mvrdv all’interno e a cavallo
dei residui industriali di un cementificio. Il progetto si prefigge, secondo i
desideri della committenza, una trasformazione dal carattere informale del sito,
ora occupato dall’ex-fabbrica, che prevede il suo riuso e si organizzerà intorno a
una piazza per gli eventi all’aperto; tre nuovi volumi verranno aggiunti nella parte
superiore dei capannoni per ospitare, rispettivamente, il museo danese del rock, la
“folkschool” e la sede amministrativa del festival, nell’idea spaziale e temporale di
condivisione aperta di una creativa casa comune.
Per destare l’impressione di libera fruizione dinamica, la ri-definizione “non finita”
del connettivo esistente e il contrasto con la multiforme e colorata proposta
contemporanea sono le idee-guida messe in campo dal team di progetto. In primo
luogo il masterplan definisce le aree per i futuri edifici e i padiglioni temporanei
intorno a un piazzale longitudinale che collega “Rockmagneten” con la strada
d’accesso; per i volumi industriali dismessi si prevede una conservazione della
scabra struttura cementizia prefabbricata e una ri-coibentazione con nuove
finestrature aperte alla luce solare. Le grandi superfici all’interno delle “halls”
SCHEDA
Rockmagneten, Roskilde, Danimarca, 2011
(concorso, primo premio)
Committente
Danmarks Rockmuseum, Roskilde Festival
Hojskole e Roskildegruppen
Progetto
Mvrdv, Rotterdam - Winy Maas, Jacob van Rijs,
Nathalie de Vries con Fokke Moerel, Klaas Hofman,
Sara Bjelke, Rune Veile, Francesca Becchi, Nas
Alkhaldi, Sara Impera
Co-progettisti
Cobe Arkitekter, Copenaghen
Liw Planning, Copenaghen
Consulenti sostenibilità
Arup, Amsterdam - Transsolar, Stoccarda
Consulenti strutture
Arup, Londra
Consulenti ingegnerizzazione e computi
Wessberg, Herley
In apertura, Winy Maas,
Jacob van Rijs e Nathalie
de Vries, titolari di Mvrdv
(foto Allard van der
Hoek)
1 Vista generale del
complesso dalla piazza
2 Vista tra il museo del
rock e l’edificio “cassa
acustica”
3 Diagramma
concettuale del progetto
Capannoni esistenti Rinnovamento e apertura Inserimento unità funzionali Connessione Addizione nuovi edifici Legame urbano
Il fronte dell’edificio per
uffici riproduce l’aspetto
di una cassa acustica
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Il progetto
Rockmagneten
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saranno poi interconnesse e, in parte,
riempite con stanze di servizio e
interfaccia pubblica e, per il resto,
lasciate come spazio “indefinito”, dove
potranno peregrinare protagonisti di
attività temporanee, eventi, mostre
o performance anche del tutto
impreviste. I capannoni funzionano
in pratica come “hub” creativo del
complesso e podio per le nuove
tranches architettoniche posate infra
e superiormente. Il museo danese del
rock (con una superficie di 3mila mq) è il
corpo baricentrico principale che si fonda
a terra come una “elle” telescopica
interamente rivestita di brillanti
cuspidi, a mo’ di palazzo dei diamanti:
Spazi condivisi
Museo del rock
Didattica e ospitalità
Amministrazione
Il “red carpet” guida i visitatori
La suddivisione interna è caratterizzata da una distribuzione di box funzionali in un connettivo informale
Lo scheletro strutturale dei capannoni viene conservato
Il perimetro viene rinnovato con tamponamenti isolanti e vetrazioni
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il concetto espositivo si basa sulla
simulazione di un evento rock (visto
dal protagonista-performer), per cui i
visitatori possono arrivare in limousine
su una guida rossa, aggirare la ressa
ai botteghini, e poi entrare nella
sala espositiva principale attraverso
un elevatore da palcoscenico. Il
foyer museale fornisce l’accesso a
tutto il mondo “Rockmagneten” e
diventa esso stesso palco per concerti
all’aperto, relazionati agli eventi
previsti nella piazza. La sede del
Roskilde Festival (2.900 mq) è, invece,
un blocco open-space per uffici che
(in modalità più pop che rock) mima
la forma di una cassa acustica, con
4 Distribuzione
funzionale
5 Sezione
longitudinale di
Rockmagneten
6 Pianta del piano
terreno
7 Il foyer del museo
con l’ingresso a
Rockmagneten
8 Pianta del livello dei
corpi superiori
sull’ingresso e il museo
del rock
7
Uffici
Spazi espositivi museali interattivi
Complesso residenziale per studenti
8
L’arrivo sul “red carpet”simula
un approccio da rockstar
Il foyer rappresenta
l’accesso comune
di tutti gli ambiti di
Rockmagneten
Il museo del rock
scintilla di un
rivestimento a punte
di diamante
La definizione dell’involucro
dei corpi aggiunti contrasta
con la scabra modestia dei
prefabbricati
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aperture ad altoparlante (alcune di
possibile reale efficacia sonora) e lisce
pareti in gomma nera.
La “folkschool” (5.100 mq), infine,
occuperà una delle navate ex-industriali
con colorati box e gradinate per
conferenze e studio, riunite attorno
a un domestico focolare; un corpo
circolare a tre livelli, con guscio vitreo
intersecato da un disegno a greca,
disceso sulle coperture, contiene otto
decine di camere doppie per l’alloggio
dei discepoli musicali.
L’ambizione dei progettisti, oltre
che creare un campo di possibilità
e non un’imposizione fruitiva, è al
fine anche quella di costruire una
“macchina verde”, basata sulla
combinazione intelligente di tecnologie
sostenibili ormai collaudate le quali
permetteranno all’edificio di vivere in
conformità con la visione ambientalista
del festival danese.
© RIPRoDUzIoNe RISeRVAtA
Mvrd
Mvrd nasce a Rotterdam nel 1993 per mano di Winy Maas, Jacob van Rijs e Nathalie de Vries; si
occupa di studi e progetti in architettura, urbanistica e disegno del paesaggio che hanno raggiunto
fama e rilevanza internazionale. Tra i progetti realizzati: il Padiglione olandese per Expo 2000 ad
Hannover, “Forum Flight” ad Eindhoven, il complesso residenziale Silodam ad Amsterdam, il centro
culturale Matsudai in Giappone, il piano urbanistico e le abitazioni Ypenburg all’Aia, l’edificio per
lo shopping Gyre a Tokyo e Mirador Housing a Madrid.
9 Immagine notturna
dal “red carpet”
10 Prospettiva verso il
corpo cilindrico dello
studentato
11 L’ambiente di studio
attorno al “focolare”
12 Lo spazio
“informale” tra gli ex-
capannoni industriali
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La chiusura dei capannoni
è sostituita da pannellature
isolanti e squarci vetrati
La condivisione degli
ambienti e la loro
informalità è condizione
base del progetto
Box colorati e gradinate
rappresentano gli ambienti
di studio e aggregazione
della “folkschool”
Lo superficie della ex-
fabbrica è lasciata libera per
utilizzi non programmati