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Tra farmacie e Regione Lazio DPC, L’ACCORDO SUONA BENE · 2016. 10. 25. · 2016 Numero 6...

Date post: 29-Aug-2020
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SETT/OTT 2016 Numero 6 Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma Sentenza del Consiglio di Stato su punteggio rurali, cosa (non) cambia a pagina 26 Poste Italiane spa spedizione in a.p. 70% Roma – DCB Roma Nuova Edizione a pagina 6 Tra farmacie e Regione Lazio La calda estate di Farmacap tra arresti, scioperi e polemiche a pagina 10 DPC, L’ACCORDO SUONA BENE Contro le carenze di farmaci, operatori e istituzioni firmano un documento a pagina 17 Concorso Lazio, convegno dell'Ordine di Roma per tracciare un punto-rotta a pagina 11 Risparmi consistenti per la sanità regionale, con piena soddisfazione del governatore Nicola Zingaretti (nella foto), ma anche pieno riconoscimento di ruolo e funzione delle farmacie come presidi sanitari: è la sintesi del nuovo accordo sulla Dpc stipulato tra Regione Lazio e organizzazioni regionali delle farmacie pubbliche e private, che ritocca in meglio quello precedente e conferma il suo "primato", per qualità dei contenuti, tra gli accordi regionali analoghi vigenti nel Paese. Tra i risultati chiesti e ottenuti da Federfarma Lazio, spiccano il prolungamento della durata, che sarà di 4 anni, e l'inserimento nelle liste Dpc dei farmaci ex-Osp 2
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Page 1: Tra farmacie e Regione Lazio DPC, L’ACCORDO SUONA BENE · 2016. 10. 25. · 2016 Numero 6 Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma Sentenza del

SETT/OTT2016

Numero 6

Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Sentenza del Consiglio di Stato su punteggio rurali, cosa (non) cambia

a pagina 26

Poste

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a pagina 6

Tra farmacie e Regione Lazio

La calda estate di Farmacaptra arresti, scioperi e polemiche

a pagina 10

DPC, L’ACCORDOSUONA BENE

Contro le carenze di farmaci, operatorie istituzioni firmano un documentoa pagina 17

Concorso Lazio, convegno dell'Ordine di Roma per tracciare un punto-rotta a pagina 11

Risparmi consistenti per la sanità regionale, con pienasoddisfazione del governatore Nicola Zingaretti(nella foto), ma anche pieno riconoscimento di ruolo e funzione delle farmacie come presidi sanitari: è la sintesi del nuovo accordo sulla Dpc stipulato tra Regione Lazio e organizzazioni regionalidelle farmacie pubbliche e private, che ritocca in meglio quello precedente e conferma il suo "primato", per qualità dei contenuti, tra gli accordiregionali analoghi vigenti nel Paese. Tra i risultati chiesti e ottenuti da Federfarma Lazio, spiccanoil prolungamento della durata, che sarà di 4 anni,e l'inserimento nelle liste Dpc dei farmaci ex-Osp 2

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Rassegna Informativa del farmacista

dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Anno XLII N.6 – Settembre/Ottobre 2016

EditoreOrdine dei Farmacisti della Provincia di Roma

DirezioneVia A. Torlonia‚ 15 – 00161 Roma

Direttore responsabileEmilio Croce

CondirettoreGiorgio Flavio Pintus

Redazione, pubblicità, coordinamento stampaArt Director Design Strategy srl

immagine di copertina:ADDS

impaginazione e grafica:Vincenzo Furiati

RegistrazioneTribunale di Roma n° 11959

del 25/1/1968

StampaAbilgraph srl

Spedizioneabb. post – D.L.353/2003

(conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma

Finito di stampareOttobre 2016

IN QUESTO NUMEROPrimo piano Dpc, l’accordo suona bene. E durerà quattro anni 6

Fatti & personeLa calda estate di Farmacap tra arresti, scioperi e polemiche 10

Concorso del Lazio, l’Ordine di Roma prova a tracciare il punto-rotta 11

Concorso, Zingaretti e le verifiche antimafia, gli interrogativi di Sanità 24 14

Distribuzione diretta, tra le Regioni troppedisomogenità: interrogazione in Senato 15

Donazione di farmaci, in vigore la legge, entro tre mesi il decreto con i dettagli 16

Contro le carenze di farmaci, operatori e istituzioni firmano un documento 17

Epatite C: legittimo l’acquisto di farmaci all’estero per uso personale 19

Ipzs, i 2,4 miliardi di bollini dei farmacisaranno gestiti da nuova piattaforma 19

Sanità, nel Lazio deficit in calo,migliora anche il margine operativo 20

Processo Menarini, durissime le condanne ai vertici aziendali 20

Pharma Run, la corsa di solidarietà vince anche contro cielo grigio e pioggia 21

Messaggi in bottigliaGiù le mani dalle farmacie di sughero,più utili e preziose di ogni smeraldo 22

FocusMycobacterium tuberculosis, in aumento i ceppi resistenti 24

Codici e codicilliSoci, preclusa ogni attività in (o per) altre farmacie 26

Sentenza del CdS e punteggio dei “rurali”, cosa (non) cambia 26

Se il licenziamento è intimato con ritardo 28

Spese sanitarie, trasmissione telematica obbligatoria anche per le parafarmacie 29

Piercing in farmacia, le norme non lo consentono 29

Differenze contabili su Dcr rilevate sulla gestione precedente, chi paga? 30

Distributore automatico, in quanti anni può essere distribuito l’ammortamento? 30

Farmaci scaduti, dove possonoessere conservati i loro contenitori? 30

Ordine per te31

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Vediamo: del ddl Concorrenza, ben che vada, se ne parlerà ormai nel 2017, va’ a sapere esattamentequando. Il referendum costituzionale del 4 dicembre è un moloch che pretende le sue vittime ed era quasiinevitabile che la prima fosse proprio il provvedimento che si trascina in Senato ormai da un anno con uncarico da undici di materie sulle quali mettersi d’accordo, in questo Paese, non è mai stato possibile (leassicurazioni, l’energia, le professioni, le farmacie, figurarsi!). Troppo, perché il Governo potesse consentireche il ddl di legge annuale sulla concorrenza entrasse nel calendario dei lavori d’Aula, con il rischio di qualcheincidente di percorso e conseguenti incrinature nei già problematici rapporti interni della maggioranza chesostiene il governo Renzi. Un pericolo da rimuovere in radice, in vista del “giorno del Giudizio” di iniziodicembre. Inevitabile, dunque, il congelamento del testo di legge che (parole di Renzi di febbraio 2015) sfidava le lobby eavrebbe reso l’Italia più semplice, tutelando i consumatori, attaccando alcune rendite di posizione erimettendo in moto meccanismi dinamici e competitivi. “Seh, vabbe’, ciao core!”, verrebbe da commentareromanescamente, finendola lì. Ma abituati come siamo all’idea che è più facile costruire il ponte sullo stretto di Messina che colmare anche diun solo millimetro la distanza che esiste tra ciò che i politici promettono e quel che poi fanno, andiamo oltre labattuta vernacolare e tutto ciò che essa sottintende per esprimere l’auspicio, registrato il fermo biologico delddl Concorrenza, che subito dopo la Candelora (sempre che non nevichi, piova o tiri vento) esso possariprendere il suo cammino e giungere in porto: almeno sapremo una volta per tutte con chi, cosa e quando cidovremo misurare, e all’interno di quale quadro di regole. In fermo biologico, però, ci sono anche altre creature mitologiche: il rinnovo del Ccnl delle farmacie private, adesempio, per il quale – sostiene esplicitamente il sindacato dei titolari di farmacia – non esistono le condizionineppure per sedersi a discutere di rinnovo, nonostante sia scaduto da anni e i dipendenti reclamino con più diuna ragione il diritto a non essere i soli costretti a pagare l’effetto della crisi.Nessun segno di vita neppure per altre due arabe fenici, il rinnovo della convenzione e la riforma dellaremunerazione, che continuano a vagare senza direzione né costrutto nella palude delle buone intenzioni e deiricorrenti annunci (ai quali non crede più nessuno) relativi al loro prossimo sblocco e ai taumaturgici effetti acatena che ne scaturiranno, primi tra tutti il decollo della “farmacia dei servizi”, ancora da venire, e unaboccata di ossigeno per l’economia delle farmacie, ormai asfittica in quelle migliaia e migliaia di situazioni incui essa è fondata per il 90% sui proventi dell’assistenza farmaceutica resa in regine convenzionato. Aria pesante di bonaccia, insomma, con tutto fermo e niente che si muove. Probabilmente, si tratta dellaquiete prima della tempesta che finirà per precipitarci addosso. Una quiete della quale la professione hal’obbligo – un imperativo esistenziale, prima e più ancora che morale – di approfittare, per ragionare su comeaffrontare gli scenari nuovi e diversi che, in tempi ragionevolmente brevi, sostituiranno quelli attuali. Al riguardo, su questo stesso spazio ho fatto professione di ottimismo anche in un passato molto recente,sostenendo che se partissimo dalla consapevolezza di ciò che la professione farmaceutica e la farmacia sonoontologicamente, avremmo ancora molte e impregiudicate possibilità di mantenere a questo binomio il ruolocentrale che ha sempre ricoperto nel vivo del tessuto sanitario del Paese. Non sta infatti scritto da nessunaparte che l’arrivo di un competitor della potenza del capitale, anche laddove acquistasse le fattispecie diun’irruzione, segni l’inizio della fine, come una frangia consistente di colleghi (soprattutto titolari, ma non solo)continua a temere. Non esito a ripetermi: se saremo capaci di sfidare il capitale sul terreno del servizioquotidiano, riorganizzandoci e imparando a ragionare “in rete” e a dire “noi” anziché io, non ci sarà scenariosanitario futuro, quali che siano i cambiamenti, che potrà prescindere dai nostri presidi di salute e dalla nostraattività professionale.Ma dipende da noi, dalla capacità di individuare insieme la strada da percorrere, per poi imboccarla condecisione e a ranghi compatti, non in ordine sparso. Se corriamo un rischio, paradossalmente, non è quelloche viene da presunti conquistadores esterni, ma da noi stessi. E al riguardo, mi torna fastidiosamente inmente, come un monito, la locuzione Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini, pasquinata celeberrimariferita ai danni prodotti nel ‘600 a Roma dalla famiglia che, con il papa Urbano VIII, governava la città.

Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini: una lezione da tenere a mente

in fondo

di Emilio Croce

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È fatta: dopo l’intesa stipulata (al ter-mine di un lungo percorso di contratta-zione) nello scorso mese di agosto ela pubblicazione sul Bollettino ufficialedell’8 settembre, il nuovo accordo sul-la distribuzione per conto stipulato è fi-nalmente una realtà, in vigore dal 1°ottobre. Ed è bene dire subito che il nuovo“patto” stretto tra amministrazione re-gionale e rappresentanti delle farmacieprivate e pubbliche conferma quelloche potrebbe per essere definito unasorta di “primato” del Lazio in materiadi Dpc. Primato – è bene premettere anchequesto – che non si riferisce tanto esolo alle soddisfacenti condizioni fissa-te nell’intesa, quanto alla “filosofia”che la esprime e che parte dal ricono-scimento di un dato oggettivo e fonda-mentale, condiviso da amministratorievidentemente capaci di ragionare sul-la salute senza fossilizzarsi in calcoli

economicistici: la natura di presidio sa-nitario pubblico della farmacia, impre-scindibile riferimento della sanità terri-toriale che deve essere pienamentecoinvolto nella rete dei servizi del si-stema sanitario regionale.Andiamo con ordine. Alla vigilia del rin-novo, le rappresentanze di categoria(e ancora di più i farmacisti tutti impe-gnati nel quotidiano servizio di assi-stenza farmaceutica) nutrivano qual-che comprensibile timore per gli esitidella trattativa, proprio in ragione delfatto che il precedente e ormai scadu-to accordo sulla Dpc aveva fissatomolto in alto l’asticella, segnalandosiper largo distacco come il migliore inItalia e diventando subito un punto diriferimento per le altre Regioni.“È proprio così” conferma al nostrogiornale Osvaldo Moltedo, presiden-te di Federfarma Lazio, coordinatore eguida del piccolo ma agguerrito grup-po di lavoro del sindacato regionale

dei titolari che ha lavorato alle trattati-ve per il rinnovo. “Anche se forti di unatradizione di interlocuzione molto posi-tiva e costruttiva con i vertici regionali,per la quale va riconosciuto il giustomerito anche a chi ci ha preceduto,era inevitabile che avessimo qualchepreoccupazione, considerando comepossibile l’eventualità che la parte pub-blica chiedesse di arretrare, almeno inparte, rispetto ai contenuti dell’accor-do precedente. Ma abbiamo lavoratocon tenacia e convinzione, per ottolunghi mesi, per mantenere inalterato ilpunto di partenza: il riconoscimentodella farmacia di comunità, con i suoifarmacisti, come presidio imprescindi-bile e virtuoso, che va messo in condi-zione di operare al meglio, perché farisparmiare il Ssr e migliora l’efficienzadel servizio, a vantaggio dei pazienti.”E in effetti – evento nel nostro Paesedecisamente infrequente – già la pre-messa dell’accordo riconosce che la

Primo Piano

Temo, anche a giudicare dai segnali che vedo in giro, che questo sia il pericolo al quale siamo più esposti: farci male da soli,con eccessi di contrapposizioni intracategoriali che – posto anche che abbiano ragion d’essere e fondamento, e almeno inqualche caso è certamente così – non possono e soprattutto non debbono esaurire tutte le energie della professione, cometalvolta si ha invece la sensazione che accada. Torno a dire che la diversità di opinioni e posizioni al nostro interno, per faticoso che possa essere, deve essere declinata perquello che è: come un’ineliminabile espressione della complessità dei tempi che viviamo, alla quale possiamo rispondere soloprovando a ragionare in modo “plurale”, nel rispetto reciproco e guardando agli interessi generali. Se c’è una cosa che davveronon serve, sono proprio le “liti in famiglia”, che da mondo è mondo sono le più feroci e distruttive (mica è un caso, che si dica“fratelli coltelli”....).Serve la vis construendi di chi cerca confronti di contenuto e di merito, alla ricerca di una sintesi che provi a comporre e mettereinsieme il meglio delle posizioni in campo. Credo, anzi, sono convinto che un pizzico di senno e buon senso dovrebbe spingereognuno di noi (perché queste sono faccende che, ci piaccia o meno, riguardano ciascuno di noi e le nostre sorti future) a unariflessione in proposito: il tempo che ci aspetta, se davvero ne vogliamo ancora uno, non può che essere un tempus aedificandi.Un tempo possibile solo se ognuno, senza tirarsi indietro, porta il suo mattone. E altro da aggiungere davvero non c’è.

in fondo8 segue da pag. 5

L’intesa Regione-farmacie resta un punto di riferimento su scala nazionale

Dpc, l’accordo suona bene.E durerà quattro anni

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600 a mille euro. Per i farmaci con co-sto superiore a mille euro, anche perle sussidiate torna il fee fisso, determi-nato in 28 euro a confezione. Tutti icompensi, e il discorso vale anche peri fee delle farmacie urbane, sono alnetto Iva e al lordo del compenso al di-stributore.Una novità molto importante ri-guarda i farmaci ex Osp-2, oggettonel precedente accordo di una Dpc“sperimentale” a condizioni differenzia-te: con la nuova intesa passano stabil-mente nel Pht e sono assoggettati alregime di remunerazione per fasce. LaDpc sperimentale a condizioni differen-ziate, però, non viene abbandonata:nel nuovo accordo interesserà infattinove altre molecole, la cui remunera-zione sarà calcolata a parte: 6 euro apezzo più 1,50 per l’aggiornamentodel Piano terapeutico online.“Per riassumere in due semplici cifrel’intesa che abbiamo concluso” sintetiz-za Moltedo “basterà dire che essa au-menta i volumi trattati in Dpc dalle far-macie di comunità, che movimenteran-no 3,5 milioni di confezioni, mentre ilmonte–compensi riconosciuto ai nostriesercizi sale del 7% circa. Risultati che,ovviamente, ci soddisfano sul piano

economico, mache ancora di piùapprezziamo peril loro vero signifi-cato. Che, tornoa dirlo, risiedenel pieno ricono-scimento del ruo-lo e della funzio-ne della farmacia territoriale.”. Moltedo, al riguardo, torna sull’impor-tanza di mantenere un costante e cor-retto livello di confronto e collaborazio-ne con gli interlocutori istituzionali.“Che la sanità funzioni meglio, con effi-cienza, senza sprechi, risparmiando egarantendo al meglio la soddisfazionedei bisogni è un obiettivo della Regio-ne ma anche nostro” spiega il presi-dente di Federfarma Lazio. “Il gruppoche ha lavorato a questo accordo –con me c’erano i colleghi GiuseppePalaggi, Andrea Cicconetti, Vitto-rio Contarina, Giuseppe Perroni,Simonetta Ivella e Roberto Domini-ci – è partito proprio da questa con-vinzione: un interesse convergente nonpoteva non trovare espressione in unnuovo accordo capace di soddisfa-8

Dpc “modello Lazio” ha prodotto, sol-tanto nel 2015, risparmi per 195 mi-lioni di euro, anche grazie “al modellodi tracciabilità realizzato in collabora-zione con le farmacie” e all’immediata“disponibilità dei dati di consumo e diappropriatezza prescrittiva”. Dal punto di vista strettamente “tecni-co”, l’accordo ripropone e conferma,con qualche piccolo aggiustamento ealcune integrazioni, l’intesa preceden-te: le fasce di remunerazione vengono“compattate”, passando da sei a quat-tro, con fee per la farmacia fissati a 7euro a confezione per i farmaci conprezzo al pubblico fino a 50 euro, 10euro per quell i con prezzo fino a154,93 euro, 11,80 euro per i prezzifino a 600 euro e 15 euro per i farma-ci con prezzo al pubblico oltre i 600euro.Condizioni di miglior favore sono previ-ste per le farmacie sussidiate con fat-turato Ssn sotto i 387mila euro annui:restano invariati i 7 euro della primafascia, mentre le due successive pre-vedono una remunerazione basata sumargini percentuali calcolati sul prezzoal pubblico; Sono fissati nel 16% per ifarmaci con prezzo al pubblico da 50a 600 euro e nel 5% per i farmaci da

Osvaldo Moltedo, presidente di Federfarma Lazio

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Primo Piano

re tutte le esigenze in campo. Sonostati necessari mesi di lavoro, durantei quali, insieme a Palaggi e Cicconetti,penso di avere incontrato più spesso ifunzionari della Regione che i miei ami-ci più stretti. Ma il risultato alla fine èarrivato, grazie anche – mi piace sot-tolinearlo – alla sensibilità dimostratadagli interlocutori regionali.”Una sensibilità che ha riconosciuto an-che la necessità di un’intesa di respiropiù ampio, tale da offrire alle farmacieuna garanzia di maggiore stabilità e lapossibilità di programmare meglio lapropria attività: “L’accordo ha raddop-piato il suo arco di vigenza, passandoda due a quattro anni” spiega Moltedo“e non c’è davvero bisogno di spiegareche cosa ciò significhi, in termini ditranquillità, per il nostro lavoro.”Ma di elementi “tranquillizzanti” ce nesono anche altri, come le garanzie suitempi di rimborso, fissati a 60 giorni:ove non fossero rispettati, la Regione“risarcirà” le farmacie corrispondendoun euro in più su tutti i compensi dellaDpc.A fronte di questa ulteriore garanzia, lefarmacie si impegnano entro novem-bre a “dematerializzare” la distinta

contabile riepilogati-va, così da abbatteredrasticamente il pesodelle procedure re-gionali di verifica econtabilizzazione.

“Un impegno che assumiamo volentie-ri, anche se è il caso di precisare chel’invio telematico della Dcr non faràsparire quella cartacea” precisa al ri-guardo Moltedo. “In pratica, ciò che fa-remo per permettere agli uffici regio-nali di lavorare meglio e con più tem-pestività, sarà inviare in anticipo via in-ternet la distinta prodotta dal gestiona-le, che sarà poi cura degli uffici dell’as-sessorato verificare e validare.”Soddisfatto, dall’altra parte, anche ilpresidente della Regione Lazio NicolaZingaretti, come ampiamente attesta-to dalle dichiarazioni rese in occasionedell’entrata in vigore dell’accordo:“Cambia, e di molto, la qualità dell’of-ferta per tanti malati cronici. Abbiamofirmato un accordo con le farmacie, sirisparmiano oltre 500 milioni di euro esi moltiplicano i luoghi della distribuzio-ne che passano da 50 a 1500. Quindi1500 farmacie che distribuiranno que-sti farmaci” ha detto il governatore,parlando di “una bella notizia, perchémigliora molto la qualità dei servizi aicittadini, ma le istituzioni spendono dimeno”. “Si tratta di un’altra bella rivolu-zione, delle cose possibili da fare peril bene dei cittadini”.Sulla stessa frequenza la valutazione diRodolfo Lena, presidente Pd dellaCommissione Sanità e Politiche sociali.“Il rinnovo e l’estensione dell’accordofirmato tra amministrazione regionale,Federfarma e Confservizi renderà an-cora più agevole l’accesso alle cureper i pazienti e consentirà un’ulterio-re riduzione della spesa farmaceuti-ca. La riorganizzazione del sistemasanitario regionale passa attraversoun nuovo impulso ai presidi e ai di-stretti medici con il fine di creareuna rete di servizi sempre più capilla-re e vicina ai cittadini”.Il capogruppo regionale del Pd Mas-similiano Valeriani inquadra l’accor-

do nel new deal della sanità regionaleperseguito dalla Giunta Zingaretti: “Bi-lanci in ordine e miglioramento delleprestazioni: il Lazio ha invertito la ten-denza ed è diventata una Regione vir-tuosa grazie all’opera di risanamento edi rilancio del sistema sanitario promos-sa dall’amministrazione Zingaretti” spie-ga Valeriani, precisando che “sul pianodel disavanzo si è passati dai 2 miliardidi euro del 2006 ai 332 milioni del2015, mantenendosi negli ultimi annisotto al 5% del budget, mentre si è re-gistrata una diminuzione dei costi sani-tari dello 0,18%, in controtendenza ri-spetto alla media italiana, dove la spesaè aumentata dello 0,89%”“Abbiamo avviato una nuova fase perla sanità del Lazio: dalle Case della sa-lute al rafforzamento della rete territo-riale e del sistema di prevenzione e as-sistenza, fino al recente stanziamentodi oltre 12 milioni di euro con cui ver-ranno aperti 25 cantieri con l’obiettivodi migliorare i livelli di accoglienza e diefficacia dei servizi sanitari regionali”conclude il presidente del Consiglio re-gionale. “ Il periodo buio della sanità èfinito, ora è più breve la strada perl’uscita dal commissariamento”.La doppia valenza dell’accordo – chefacilita l’accesso alle cure per i pazientie produce risparmi sulla spesa farma-ceutica regionale – è anche il tasto sulquale batte Vittorio Contarina, presi-dente di Federfarma Roma, che sottoli-nea appunto come l’intesa abbia datoluogo “a un sistema dove tutti vincono:la Regione, perché risparmia; i cittadiniperché hanno servizi in più e infine lefarmacie, che attraverso i servizi ven-gono retribuite il giusto ma soprattuttorecuperano un loro ruolo importante”.E questo, in effetti – come già eviden-ziato da Moltedo – è forse il significatopiù importante del nuovo accordo: il ri-conoscimento pieno della farmacia co-me presidio irrinunciabile della sanitàterritoriale, sia per il servizio e le pre-stazioni di salute che assicura ai cittadi-ni andando ben oltre l’ambito della di-spensazione dei farmaci, sia per il con-tributo importante che assicura al siste-ma sanitario e alla sua sostenibilità.

A lato: Massimiliano Valeriani, capogruppo regionale del Pd. Sotto: Rodolfo Lena, presidente della Commissione Sanità.In basso: Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma.

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Si fa sempre più complicata la situa-zione di Farmacap, l’azienda sociosani-taria di Roma Capitale che gestisce lefarmacie comunali di Roma. Sospesanel limbo dell’indeterminatezza per lasua sorte futura (risanamento e rilan-cio o privatizzazione?), rispetto allaquale non è fin qui giunta alcun segna-le da parte delle nuova giunta capitoli-na guidata da Virginia Raggi, a sua

volta investita dauno tsunami dipolemiche per unesordio di consi-l iatura pieno dipassi falsi e pole-miche, l’aziendaè stata al centrodi avvenimenti di-rompenti, checon ogni probabi-lità segnerannouna svolta decisi-va nel la storiadell’azienda. Il clima già roven-te per lo scontroal calor biancotra il commissa-rio straordinarioFrancesco Al-varo e la DG Si-mona Laing, irri-ducibilmente divi-si sulle rispettivecompetenze esulle modalità digestione del -l’azienda, a inizioagosto è ulterior-mente peggiora-to per lo sciope-ro e la manifesta-zione indetti dauna parte dellerappresentanzesindacali interne(la Rsa Filcams–

Cgil), che hanno organizzato un presi-dio in Piazza del Campidoglio sotto ilsolleone del 5 agosto. Una delegazione è stata poi ricevutadalla sindaca Raggi e dal presidentedel Consiglio di Roma Capitale, Mar-cello De Vito, ricevendone la rassicu-razione a inserire la questione Farma-cap nell’agenda della prima riunioneutile, il 2 settembre, delle Commissionicongiunte Bilancio e Politiche Sociali edella Salute. Impegno in effetti onora-to, in un clima vagamente kafkiano, se-condo quanto riferito con un certosconcerto dai rappresentati dei sinda-cati ricevuti nell’occasione: i consiglieridelle due commissioni, a partire daipresidenti Marco Terranova e MariaAgnese Catini, hanno infatti manife-stato una conoscenza della situazione,dei problemi e delle prospettive di Far-macap lontana, in modo molto preoc-cupante, dalla sufficienza.Solo per fare un esempio, nessuno deiconsiglieri capitolini, nemmeno i presi-denti Terranova e Catini, era a cono-scenza – nonostante la sua evidenteimportanza – dell’incontro avvenuto il12 agosto tra la sindaca Raggi e gliassessori al Bilancio Marcello Minen-na (poi dimissionario) e alle Politichesociali Laura Baldassarre con i verti-ci Farmacap Laing e Alvaro: un vero eproprio show down, dal quale era usci-ta inequivocabilmente vincitrice la DG,che si era vista riconoscere pieni pote-ri, a termine di legge e di statuto, inmateria di scelte gestionali.Ma la “sconfitta” di Alvaro davanti aivertici capitolini, appena qualche gior-no dopo, si è trasformata in qualcosadi ancora più grave: il 5 settembre, in-fatti, i carabinieri del Nas, su ordinedella procura di Roma, hanno notifica-to al commissario straordinario del-l’azienda la misura degli arresti domici-liari, per le ipotesi di reato di turbativad’asta e falso nella procedura di affida-mento gestionale di uno degli asili nidogestiti da Farmacap.Immediate le dimissioni di Alvaro, cheha respinto ogni addebito già nell’inter-

rogatorio di garanzia e si è messo apiena disposizione dei magistrati, confi-dando di poter pienamente chiarire lasua posizione, come spiegato per il tra-mite del suo legale, l’avvocato MarcoZaccaria, che ha anche sottolineato “lamassima fiducia del suo assistito nellamagistratura, accompagnata dalla pie-na serenità di chi ha operato sempre esoltanto nell’interesse pubblico”.Di fatto, la misura restrittiva nei con-fronti di Alvaro è stata immediatamen-te alleggerita e gli arresti sono statitrasformati in obbligo di firma. Gli addebiti nei confronti dell’ex com-missario straordinario si fondano su al-cune irregolarità che sarebbero stateriscontrate nell’appalto per l’affitto e lagestione delle strutture dell’asilo nidocomunale di via Marco Enrico Bossi,zona Infernetto, affidato a condizionimolto favorevoli alla società cooperati-va dell’imprenditore Giuseppe Gior-dano della Dragona Servizi, (ancheper lui i magistrati hanno disposto l’ob-bligo di firma): la coop, secondo noti-zie riportate dalla stampa di informa-zione, verserebbe infatti 96mila eurol’anno per ambienti che, da perizia, nevarrebbero 210mila. La prima ad accendere i riflettori sullavicenda, che risale all’estate 2015,era stata proprio l’attuale sindaca Rag-gi: nello scorso febbraio, appena in-cassata la designazione a candidatadel Movimento 5 Stelle al Campido-glio, nella sua qualità di consigliera ca-pitolina aveva annunciato l’invio di unesposto a Procura della Repubblica,Corte dei Conti e Autorità nazionale an-ticorruzione in ordine alla gara di ap-palto per la gestione dei locali dell’asi-lo nido di Farmacap, ritenuta “sospet-ta” per alcune asserite incongruenzerispetto alle procedure previste dallalegge. Raggi si occupò della vicenda “postan-do” un video sul suo profilo facebook,dal titolo “Storia di un appalto accomo-dato”, nel quale segnalava appunto“l’irregolarità della procedura seguitarispetto alle norme di legge”, facendo

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La calda estate di Farmacaptra arresti, scioperi e polemiche

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In alto: Virginia Raggi, sindaco di Roma.Al centro: Francesco Alvaro, ex commissario straordinario Sotto: Simona Laing, direttore generale Farmacap.

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anche riferimento a un presunto e rile-vante danno erariale.Da quell’esposto alla Procura dell’allo-ra consigliera grillina – ma anche dasuccessive segnalazioni della DG diFarmacap Simona Laing – ha preso ilvia l’inchiesta del pubblico ministeroNadia Plastina e dell’aggiunto PaoloIelo, dalla quale è poi scaturito il prov-vedimento nei confronti di Alvaro.Le indagini sull’azienda proseguonocomunque in molte direzioni, a seguitodelle dichiarazioni rese dalla DG Laingai magistrati, riferendo di vecchi bilan-ci poco trasparenti, di furti nelle farma-cie, di gare mai bandite per l’acquistodelle medicine e di presunti favoritisminelle assunzioni che avrebbero origininei rapporti opachi tra i vertici del-l’azienda e i sindacati.L’attesa per il prosieguo del lavorodegli inquirenti è comprensibilmente

molto alta, dal momento che aisuoi esiti è legata una quota ri-levante delle sorti future di Far-macap. Intanto, hanno cominciato ademergere altre situazioni relativea comportamenti illeciti: su tut-te, le condotte gravi e reiteratedi peculato da parte di un farma-cista dipendente in servizio nellafarmacia Farmacap di Castepor-ziano, per il quale i carabinieri dei Nashanno eseguito un’ordinanza di custo-dia cautelare agli arresti domiciliari. Il farmacista – questa l’accusa, com-provata da una serie di riscontri – sa-rebbe colpevole di reiterate sottrazionidi farmaci, parafarmaci e danaro dellefarmacie di cui era stato dipendente,nonché della vendita illegale di farmacisenza prescrizione.

Non aveva certo l’ambizione né tanto-meno lo scopo di dare risposte defini-tive in merito al busillis del concorsostraordinario del Lazio, finito in unapalude dove i vincitori, a procedure diinterpello ormai terminate da un pez-zo, non sanno ancora se e quandoverrà loro assegnata la sede di com-petenza. Ancora meno, ovviamente, si propo-neva di indicare soluzioni, per le qualibisognerà inevitabilmente attenderela fine del di ricorsi avanzati in sedeamministrativa che ancora pendonosul prosieguo del concorso. Ma certamente l’incontro che il 13 set-tembre ha inaugurato la sessione au-tunnale del corso Ecm dell’ordine deiFarmacisti di Roma ha avuto il meritoimportante di contribuire a fare chia-rezza sulla intricata situazione. E, senon ha rassicurato i diretti interessati(molti i vincitori presenti alla serata,che ha registrato una grande affluenzadi iscritti), è perlomeno riuscito nell’in-tento di fornire le corrette coordinate

della vicenda, fornendo un attendibilepunto–rotta.A tracciarlo hanno provveduto gli avvo-cati Gustavo Bacigalupo, PaoloLeopardi e Stefano Lucidi, espertidi diritto farmaceutico di consolidatacompetenza, intervenuti dopo l’apertu-ra dei lavori del presidente dell’Ordine,Emilio Croce.Che ha ritenuto opportuno chiarire su-bito che l’organismo professionale, inquesta vicenda, sta dall’unica partepossibile, ovvero quella dei vincitoridel concorso. “L’Ordine di Roma è unorgano ausiliario della pubblica ammi-nistrazione che, insieme alla tutela delprofilo professionale dei farmacisti, de-ve concorrere a quella del pubblico in-teresse” ha affermato Croce. “Ed è si-curamente nel pubblico interesse cheil servizio farmaceutico venga garanti-to al meglio alla collettività. Questo ba-sta e avanza a spiegare come e per-ché il nostro organismo professionalesostiene le ragioni dei vincitori del con-corso straordinario del Lazio: perché,

molto semplice-mente, le nuovefarmacie devonoessere apertequanto prima perassicurare un ef-f icace ed eff i -c iente serviziofarmaceutico làdove oggi è ca-rente. Al riguar-do, siamo ancheintervenuti neiconfronti della Regione, scrivendo unalettera al presidente Zingaretti. Almenoal momento, però, non è ancora arri-vata nessuna risposta”. Dal complesso degli interventi degliesperti (ai quali si è aggiunto quelloestemporaneo di Giuseppe Faberi,già presidente della Sezione Atti nor-mativi del Consiglio di Stato, ospitelast minute della serata), è risultatochiaro che a minacciare il buon esitodel concorso e a dilazionare ulterior-mente la sua conclusione non sonotanto i ricorsi sulle ormai famose se-di di Latina espunte dalla graduatoriaa seguito di una sentenza del Tar La-tina, quanto quelli che sono statiavanzati contro la graduatoria e chesaranno discussi dai giudici ammini-strativi il prossimo 28 febbraio, ovve-ro tra circa sei mesi. Ricorsi che po-trebbero avere effetti ben più dirom-penti. L’unica cosa certa, al momento, èche per conoscere le pronunce deigiudic i amministrat iv i b isogneràaspettare almeno la fine del prossimomese di marzo, quando sarà trascor-so il canonico mese di tempo dopo ladiscussione. “In caso di accoglimentodi uno o più ricorsi contro la gra-8

A lato: Giuseppe Faberi, presidente Sezione consultiva degli Atti Normativi.In basso: l'avv. Paolo Lopardi, consulente legale della FOFI.

Concorso del Lazio, l’Ordine di Roma prova a tracciare il punto-rotta

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duatoria e un concorrente giunto,poniamo, al 70° posto ottenesse diessere ricollocato al 50°, è del tuttoevidente che esiste la possibilità diun vero e proprio terremoto che ribal-terebbe tutto” ha spiegato Bacigalu-po. “Con il rischio di dover ricomin-ciare da capo e stilarne una nuova. Ilche annullerebbe tutte le assegnazio-ni e costringerebbe a riavviare gli in-terpelli.”La questione, oltre tutto, potrebbe an-che non finire lì: è infatti da mettere inconto l’eventualità di un ricorso davantial Consiglio di Stato contro le senten-ze sui ricorsi contro la graduatoria.Con il risultato inevitabile di procrasti-nare ancora l’esito del concorso stra-ordinario, facendolo assomigliare sem-pre di più a una neverending story.Con tanti saluti alle necessità del servi-zio farmaceutico e alle legittime aspet-tative dei vincitori del concorso. Suiquali, peraltro – questione da non di-menticare – pende la spada di Damo-cle dei sei mesi di tempo dall’assegna-zione per aprire la farmacia assegna-ta, pena la decadenza (anche se, nelcaso di specie, la Regione ha accorda-to una proroga di altri sei mesi, ed erail minimo...).Altro dettaglio da tenere a mente è lasolerzia della Regione nel pretendere eriscuotere entro 30 giorni dall’asse-gnazione della sede – prescindendoda tutto e tutti – la tassa di concessio-ne, il cui ammontare è fissato in rela-zione al numero di abitanti, talché ilvincitore di una sede a Roma (solo perfare un esempio) è chiamato a corri-spondere sull’unghia 5440 euro, con-tro i 1600 del vincitore di una sede aVelletri.Tornando alla questione centrale, gliesperti hanno anche prefigurato altrepossibili soluzioni, come quella –avanzata ancora da Bacigalupo – di li-mitare gli interventi sulla graduatoria(nel caso i ricorrenti vedessero accol-te le loro ragioni) soltanto dal 50° po-sto in giù, mantenendo invece impre-giudicate le prime 49 posizioni.Un’ipotesi che, al netto della sua vali-dità e praticabilità, non elimina il ri-

schio di incorrere a sua volta nel fuo-co di sbarramento di altri ricorsi e im-pugnazioni. Il giudice Faberi, sempre riferendosi al-l’eventuale accoglimento dei ricorsisulla graduatoria, ha provato a pro-spettare una soluzione di buon senso,in grado di scongiurare il pericolo della“rottamazione” dell’intero elenco deivincitori, che obbligherebbe in praticaa rifare tutto. “Una soluzione potrebbe essere quel-la di adottare misure compensativeper offrire ai ricorrenti, laddove ve-dessero riconosciute le loro ragioni,condizioni di maggior favore senzaperò andare a smontare l’intera gra-duatoria” ha suggerito Faberi. Che, alriguardo, ha anche fatto un esempio,riferendosi all’assegnazione della tito-larità di nuove farmacie prima nonpreviste e (a quel che è sembrato dicapire) espressamente istituite alloscopo. Ipotesi che, almeno nei termi-ni in cui è stata formulata, appare pe-raltro, almeno di primo acchito, assaiproblematica.Ma la madre di tutte le questioni, allafine, è un’altra ed è stata ricordatacon molta chiarezza e veemenza daqualcuno dei vincitori del concorso in-tervenuti alla serata: al netto di tutto(compresi gli altri ricorsi avanzati nelfrattempo e la cui discussione non èstata ancora calendarizzata), possia-mo aprire la sede vinta? E cosa suc-cede se lo facciamo? Esiste il rischioche ci possano essere sfilate dallemani dopo l’apertura? E in quel caso,cosa ne sarebbe dei nostri investi-menti? Avremmo diritto a essere ri-sarciti con un’indennità di avviamen-to? E i danni subiti lasciando, adesempio, il lavoro che si faceva primadi aprire la farmacia, verrebbero con-siderati e ristorati?Per rispondere, gli esperti hanno scel-to la strada del realismo anziché quel-la della facile rassicurazione, senzaperò prospettare scenari di pessimi-smo cosmico. E così, se va purtroppoesclusa la possibilità di ottenere even-tuali indennità di avviamento (“Scattasolo per chi subentra in via definitiva a

un titolare, come accade ad esempionel caso della sua morte” ha spiegatoal riguardo Bacigalupo “e non è invecericonosciuta in casi come quelli chequi ipotizziamo: l’apertura e la gestio-ne di fatto di una farmacia non basta-no a generare il diritto”), l’indicazionecomplessiva è sembrata quella diguardare al futuro della vicenda con-corsuale con un pizzico di ragionevoleottimismo. La vicenda concorsuale dovrà infattipur chiudersi, e dovrà farlo il primapossibile. E, sia pure dopo anni, ègiunta a quella che potrebbe ben esse-re definita la “fase di non ritorno”, incui l’ipotesi di fermare la macchina etornare indietro non può più esserepresa in considerazione, se non aprezzi molto più alti di quelli che si po-trebbero pagare decidendo di arrivareal traguardo perdendo per strada qual-che pezzo. Fuor di metafora, le considerazioninei conciliaboli dei vincitori seguiti al-la serata con gli esperti organizzatadall’Ordine convergevano in prevalen-za su un ragionamento che – nei tonidi qualcuno – suonava quasi comeun’esortazione a condividere unascelta comune: se tutti i vincitori delle274 sedi a concorso decidessero diaprire già domani le loro farmacie, ese anche, a febbraio, qualcuno vin-cesse il suo ricorso contro la gradua-toria, appare del tutto irragionevoleche la Regione Lazio si disponga a fa-re macchina indietro, chiudendo lefarmacie già aperte e riformulando lagraduatoria. Sintetizzando alla grossa il ragiona-mento, di fronte al “fatto compiuto”,le autorità non potrebbero fare altroche prenderne atto. Un ragionamentoche potrà anche avere logica e fonda-mento, ma certamente non offre ga-ranzie in punta di diritto, quel dirittodi cui il nostro Paese si fregia di es-sere la culla. Che poi il diritto – vedasi il caso dispecie – sia fonte inesauste di stortu-re, è un’altra questione, purtroppo irri-solta e chissà se risolvibile.

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Da cosa nasce e quanto è fondata lapreoccupazione del presidente del La-zio Nicola Zingaretti sul possibile in-gresso di interessi malavitosi nelle274 farmacie di prossima aperturanella Regione per effetto del concorsostraordinario? È giustificata la sua ri-chiesta, inoltrata alla Prefettura loscorso agosto, di avviare un protocol-lo di verifiche antimafia?Sono alcuni degli interrogativi sollevatida un articolo pubblicato il 7 settem-bre da Sanità24, la testata specializza-ta in informazione sanitaria del quoti-diano Il Sole 24 ore, tornato sull’inizia-tiva del governatore laziale anche inragione delle perplessità suscitate, inparticolare tra i vincitori del concorso.L’articolo di Sanità24 ricorda, intanto,che la sortita di Zingaretti si è subitobloccata per lo stop della prefettura,che ha bocciato la sua richiesta, os-servando che “lo scopo del concorsobandito dalla Regione è quello di for-mare una graduatoria per l’assegnazio-ne delle sedi farmaceutiche di nuovaistituzione e delle sedi vacanti. Vincer-lo, dunque, non dà di per sé titolo al-l’esercizio dell’attività, che è conferitotramite autorizzazione comunale. Per-tanto, soltanto in quella fase potrannoessere attivate le verifiche antimafia”. Verifiche che, peraltro, sono obbligato-rie da sempre, ricorda Sanità24, dalmomento che “nel novero degli adem-

pimenti necessari all’ottenimento del-l’autorizzazione per l’apertura di unafarmacia, uno riguarda proprio il pos-sesso del certificato antimafia da par-te del titolare.”Lasciando intendere che un ammini-stratore avvertito come Zingaretti nonpoteva davvero ignorare dati di fattotanto semplici, il quotidiano si chiedequale possa dunque essere il fonda-mento delle preoccupazioni del presi-dente della Regione: “Ha qualche ele-mento per ritenere che ambienti e inte-ressi criminali stiano per inserirsi nelcircuito delle farmacie? Ha qualchemotivo per credere che, complice lacrisi, i farmacisti siano una categoriaparticolarmente esposta alle attenzionidella malavita più o meno organizzata?Ha notizia o anche solo segnali e so-spetti che, nelle pochissime Regioniitaliane dove il concorso si è conclusocon l’assegnazione delle nuove farma-cie, si siano palesate pressioni mafio-se?” si domanda Sanità24, osservan-do che – se così fosse – Zingaretti “fa-rebbe bene a dirlo e a chiarire subitoquesti interrogativi, sollevati propriodalla sua stessa iniziativa”, che tra isuoi effetti collaterali – anche se Zin-garetti, per sua stessa ammissione,non voleva “criminalizzare nessuno” –ha avuto quello di finire per additare lefarmacie alla pubblica opinione “comeun bersaglio permeabile per le infiltra-

zioni criminale”. E ciò, osserva ancoraSanità24, a dispetto del-le “salde e cordiali rela-zioni” che il presidentedella Regione intrattienecon la categoria dei far-macisti e in particolarecon Federfarma Roma,per la quale firma ognimese un suo articolo sul-

Concorso, Zingaretti e le verifiche antimafia, gli interrogativi di Sanità 24

la rivista distribuita al pubblico nellefarmacie della provincia.“Siccome logica vuole che non si assu-mano iniziative che possano produrre,sia pure in modo certamente non in-tenzionale, un vulnus all’immagine diuna categoria con la quale si intrattie-ne un così buon rapporto, non fossealtro che per scongiurare il rischio disembrare l’ennesimo politico dalle di-scutibili frequentazioni, la richiesta diverifiche antimafiose nei confronti deifarmacisti vincitori del concorso restadifficile da spiegare” scrive al riguardoSanità24. Che una spiegazione, anche piuttostosemplice, in realtà la fornisce: quellaper cui Zingaretti avrebbe solo voluto“prendere tempo per attendere la sen-tenza del Consiglio di Stato in ordine alcontenzioso avviato contro la sentenzadel Tar di Latina n. 548/2013, che haobbligato la Regione a sfilare dalla li-sta delle sedi in via di assegnazionesette farmacie pontine, ritenendo ille-gittima la revisione straordinaria dellapianta organica di quel comune e, dun-que, l’inclusione di quelle sedi tra quel-le a concorso, scelta rispetto alla qua-le la Regione ha peraltro ricevuto piùdi una critica da esperti di diritto e ad-detti ai lavori.”Il quotidiano ricorda, al riguardo, chel’udienza di discussione “è fissata peril 20 ottobre e la relativa decisionedovrebbe pertanto essere pubblicataentro novembre. Può essere, appun-to, che la giunta regionale – con l’ini-ziativa antimafia di cui si è detto – ab-bia soltanto provato a far scivolarel’assegnazione delle sedi il più vicinopossibile a quella data, per poi proce-dere alla fase conclusiva del concor-so in una situazione di maggiore chia-rezza”. “È questa la vera ragione delle verifi-che antimafia chieste da Zingaretti?” sichiede Sanità24, osservando che soloil governatore può dare la risposta, “efarebbe bene a darla subito”.In questo modo, infatti, fugherebbel’ipotesi avanzata da qualcuno dei vin-citori del concorso, che ritiene chel’iniziativa assunta dalla Regione – oltrea rinviare ancora l’apertura dei nuovi

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Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio.

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Continuano a fare molto discutere lediverse modalità di erogazione del far-maco da parte del Ssn, in ragione del-le differenze che si registrano tra le di-verse Regioni in materia di applicazio-ne delle norme della legge 405/01,che – superando di fatto l’esclusiva fi-no a quel momento riservata alle far-macie – introdusse gli strumenti della“distribuzione per conto” e della “di-stribuzione diretta”. La materia è oggetto dell’interrogazio-ne presentata il 22 settembre scorsoal ministro della Salute dai senatoriAndrea Mandelli (primo firmatario),

Luigi D’Ambrosio Lettieri, MariaRizzotti, Serenella Fucksia ed Enri-co Piccinelli. L’atto di sindacato ispettivo parte ap-punto dal richiamo della normativa in-trodotta dalla legge 405/01 e dalla ri-levazione di una situazione “estrema-mente disomogenea” nella distribuzio-ne dei farmaci nelle varie Regioni delPaese. “In alcuni casi le aziende sanitarie lo-cali hanno attuato la distribuzione di-retta prevedendo che i medicinali ven-gano forniti ai pazienti in dimissione oa seguito di visita per alcuni mesi di

terapia” scrivo-no gl i interro-ganti “e, nel ca-so in cui si trattidi terapie croni-che, i pazientistessi venganopresi in caricodalla strutturaospedal iera einvitati a recarsiin via continuati-va a r it irare ifarmaci pressostrutture pubbliche, inquadrando auto-maticamente il paziente cronico in poli-terapia come paziente complesso”.Evidenziando come “tale modalità ap-plicativa interpreta in maniera distortaanche quanto disposto dalla lettera a),ove si prevede di fornire agli assistitiesclusivamente quelle categorie di far-maci che richiedono un controllo ricor-rente”, Mandelli e gli altri interroganticitano come esempio la Asl di Rimini,che “sta utilizzando l’erogazione diret-ta di farmaci per terapie di lunga dura-ta e con modello prescrittivo “farmacia controllo ricorrente”, ampliando lecategorie e il numero di principi attividispensati, anche con quelli non inseri-ti nel PH–T della distribuzione direttadella Regione Emilia–Romagna”.Sottolineando l’importanza che lescelte delle singole Asl non contrasti-no con quanto disposto da normestatali e da direttive regionali e richia-mando il dettato costituzionale (che“garantisce l’assistenza sanitaria pub-blica universalistica”) e il rispetto deilivelli essenziali di assistenza, suiquali non vi possono essere differen-ze marcate tra Regione e Regione, ericordato infine l’avvento della ri-

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Distribuzione diretta, tra le Regioni troppedisomogenità: interrogazione in Senato

esercizi, “sicuramente gradita agli inte-ressi consolidati” – sia stata assunta alfine di “spostare i sospetti di malavito-sità su un falso bersaglio: le farmacieancora da aprire, appunto, e soltantoquelle, senza neppure fare cenno, adesempio, alle molte già sul mercatoche sono in grave crisi economica e innon pochi casi sull’orlo del fallimento.E che come tali sono altrettanto senon più esposte al rischio di infiltrazio-ni criminali.” Tra i vincitori di concorso, però, scriveSanità24, c’è anche chi fa notare che“la richiesta delle verifiche antimafiadella Regione è singolarmente arrivataproprio in concomitanza con i passag-gi finali al Senato del ddl Concorrenza.Un provvedimento che tra le sue novi-tà più succose contiene l’apertura allesocietà di capitale della proprietà dellefarmacie.”Una novità, ricorda ancora il quotidia-no, “fortemente voluta dal Governo amaggioranza Pd, la stessa che haportato Zingaretti alla presidenza delLazio.” La coincidenza finisce così per autoriz-zare i più maliziosi a sospettare che“parlare di infiltrazioni mafiose riferen-dosi solo alle farmacie di nuova istitu-zione sia appunto servito a tenere allalarga il pensiero che gli interessi crimi-

nali possano cercare di avvalersi pro-prio di questa nuova possibilità persbarcare senza ostacoli nel mercatodelle farmacie, in modo pulito e con labenedizione di una legge dello Stato.Un sospetto che peraltro – ricorda Sa-nità24 – è avanzato da tempo e agran voce da molti rappresentanti del-la categoria dei farmacisti, in particola-re al Sud, e che – se mai dovesseestendersi acquistando spazio e visibi-lità anche mediatici – potrebbe rivelar-si un ostacolo dell’ultima ora nelle bat-tute definitive in Aula della legge sullaconcorrenza”. Secondo questa “ipotesi dietrologica”,dunque, il presidente Zingaretti “si sa-rebbe in pratica prestato a contribuirea scongiurare un tale rischio, in accor-do con la ferma volontà di chi sta “co-là dove si puote” di far entrare il capi-tale nella proprietà delle farmacie, mi-sura i cui contenuti concorrenziali so-no peraltro tutti da valutare”. “Fantasie o, peggio, paranoie prive difondamento?” si chiede in conclusioneSanità24, per rispondersi che è “pro-babile che sia così. Ma qualche chiari-mento, vista anche la ‘tempistica’ delleverifiche chieste dalla Regione Lazio,sarebbe certamente opportuno, senon qualcosa di più.”

A lato: Andrea Mandelli, senatore di FI.In basso: Luigi D’Ambrosio Lettieri, senatore del CoR.

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quantità superiore alle immediate edeffettive esigenze del paziente”. I senatori interroganti, infine, eviden-ziano le conseguenze della situazionedescritta in termini di aderenza alla te-rapia, che a loro giudizio non può es-sere garantita “in quanto al domiciliodel paziente viene meno ogni controlloin merito, sebbene per alcuni farmacivi siano strumenti e dispositivi di rile-vazione in uso sperimentale ancorapoco diffusi (telemedicina e telefarma-cia); infatti, è solo con il costante inter-vento del farmacista, con la sua attivi-tà di consiglio e di monitoraggio, chepuò essere garantita l’aderenza alla te-rapia.”Alla luce di tutto questo, Mandelli,D’Ambrosio Lettieri e gli altri cofirma-tari chiedono al ministro se sia a cono-scenza di quanto esposto e “qualiprovvedimenti di competenza intendaassumere per impedire il verificarsi diprocedure quali quelle descritte”.

Donazione di farmaci, in vigore la legge, entro tre mesi il decreto con i dettagli

Fatti & persone

Il 14 settembre è entrata in vigore lalegge 19 agosto 2016, n. 166, conte-nente Disposizioni concernenti la dona-zione e la distribuzione di prodotti ali-mentari e farmaceutici a fini di solida-

volto a ridurre gli sprechi nel circuitoproduttivo e distributivo, favorendo ilrecupero di eccedenze e prodotti nonusati. L’articolo di maggiore e più diretto in-teresse per le farmacie è il 15, chemodifica e integra il decreto legislativo24 aprile 2006, n. 219 (il cosiddetto“Codice dei farmaci”) in materia di rac-colta di medicinali non utilizzati o sca-duti e donazione di medicinali. L’articolo affida a un decreto del mini-stero della Salute (che dovrà essereemanato entro 90 giorni) il compito diindividuare e fissare le modalità perrendere possibile “la donazione di me-dicinali non utilizzati a organizzazioninon lucrative di utilità sociale (Onlus) el’utilizzazione dei medesimi medicinalida parte di queste, in confezioni inte-gre, correttamente conservati e anco-ra nel periodo di validità, in modo taleda garantire la qualità, la sicurezza el’efficacia originarie”.Sono espressamente esclusi dalle do-nazioni i medicinali che richiedono laconservazione a temperature control-late, gli stupefacenti e i prodotti di di-spensazione esclusiva nelle struttureospedaliere. Per quanto riguarda le onlus, le nor-me prevedono che utilizzino i farmacifrutto di donazioni solo per la distribu-zione gratuita “direttamente ai sog-getti indigenti o bisognosi, dietro pre-sentazione di prescrizione medica,ove necessaria” e “a condizione chedispongano di personale sanitario aisensi di quanto disposto dalla norma-tiva vigente”. Nella fattispecie, enti e associazioniche svolgono attività assistenziale “so-no equiparati, nei limiti del servizio pre-stato, al consumatore finale rispetto ailivelli essenziali di assistenza, deten-zione e alla conservazione dei medici-nali”. Viene espressamente vietata, ov-viamente, la cessione a titolo onerosodei farmaci oggetto di donazione.A partire dal 14 settembre, data di en-trata in vigore del provvedimento, il mi-nistero della Salute ha 90 giorni peremanare il decreto con le disposizionidi dettaglio alle quali si è fatto cenno.

cetta dematerializzata, valida sututto il territorio nazionale, che nonconsente disparità tra Regione e Re-gione riguardo alla dispensabilità diun farmaco, i senatori interrogantievidenziano i disagi per il pazientedeterminati dalla distribuzione diretta.Disagi che, in particolare, colpisconole persone con maggiore difficoltà dispostamento (anziani e persone conproblemi di deambulazione), che perricevere i farmaci di cui hanno biso-gno debbono raggiungere le farmacieospedaliere, che – si legge nell’inter-rogazione – “non hanno di certo unadislocazione capillare e posizioni rag-giungibili da tutte le fasce di cittadinicome le farmacie territoriali”. Mandelli e gli altri cofirmatari sottoli-neano anche gli sprechi prodotti, in ca-so di modifica della terapia – o, peg-gio, del decesso del paziente – dalmancato utilizzo di farmaci già eroga-ti, in particolare “quando le strutturepubbliche consegnano farmaci in

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rietà sociale e per la limitazione deglisprechi.Il provvedimento, pubblicato sulla Gaz-zetta Ufficiale n. 202 del 30 agosto2016, si compone di 18 articoli ed è

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Contro le carenze di farmaci, operatorie istituzioni firmano un documento Un documento condiviso per contra-stare le distorsioni di mercato che,con preoccupante frequenza, si tradu-cono in fenomeni di carenze di farmacisul mercato, con conseguenti proble-mi nella loro distribuzione. Lo hanno sottoscritto a inizio settem-bre, nella sede dell’Agenzia italiana delfarmaco, le principali sigle di categoria(Federfarma, Farmidustria, Adf, Feder-farma Servizi, Assogenerici e Asso-ram), insieme ai rappresentanti delleistituzioni coinvolte nel tavolo tecnicoistituito sul tema dell’indisponibilità deifarmaci (ministero della Salute, Aifa eRegioni Lazio e Lombardia). A darne notizia è stata la stessa Aifa,spiegando che nel documento vengono

ribaditi i principi normativi fondamentaliche regolamentano il settore del farma-co – che deve essere in primo luogoconsiderato come “servizio pubblico” −con particolare riguardo agli aspetti del-la distribuzione, sia all’ingrosso sia aldettaglio, che hanno come fine ultimoquello di tutelare la salute pubblica edel singolo, garantendo la disponibilitàe l’accessibilità al farmaco.“La sottoscrizione di questo documen-to testimonia l’impegno capillare profu-so da tutte le istituzioni coinvolte a va-rio livello nella filiera a vario titolo – hacommentato al riguardo il presidentedell’Agenzia, Mario Melazzini – chehanno insieme l’obiettivo comune digarantire sempre la qualità, la sicurez-

za e l’accesso al “bene” farmaco intutte le fasi del suo ciclo di vita. Nonposso non sottolineare e apprezzare ilgrande senso di responsabilità dimo-strato da tutti i soggetti intervenuti og-gi a firmare questo accordo.”La necessità di intervenire in modo si-stematico e incisivo sulle numerosesegnalazioni riguardanti l’indisponibilitàdi alcuni medicinali nel nostro Paese,ha infatti portato nel 2015 all’istituzio-ne di un tavolo di lavoro (al quale pren-dono parte, con il supporto dei Carabi-nieri Nas, le amministrazioni prima ri-cordate) e all’avvio di un progetto8

Mario Melazzini, presidente dell’Aifa.

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pilota finalizzato a individuare moda-lità condivise per intensificare le attivi-tà di vigilanza sulla concreta applica-zione delle norme vigenti, attraversouna serie di controlli sul territorio.“Il lavoro di questo tavolo – evidenzia ildirettore generale di Aifa, Luca Pani –è di fondamentale importanza perchéconsolida il ruolo del “regolatorio” inun contesto ed un momento storico incui il farmaco, che sta diventando unbene sempre più piccolo dal valoresempre più grande, può divenire og-getto di interessi che sfuggono ai prin-cipi etici. Per fortuna l’Italia può vanta-re uno dei sistemi di vigilanza tra i piùefficienti in Europa, messo in atto dalleforze di polizia specializzate nella tute-la della salute”.I lavori del tavolo hanno consentito,già nei primi mesi, la definizione, ri-spetto all’ambito territoriale della Re-gione Lazio, di una lista di farmaci indi-sponibili − nella cui stesura si è tenutoconto di tre elementi fondamentali qua-li la rilevanza terapeutica, l’assenza oesiguità di analoghi e/o alternative di-

sponibili, e l’interesse di tutela della sa-lute pubblica − e di una lista di opera-tori (individuati sulla base dei dati di-sponibili nel sistema tracciabilità) cheavrebbero effettuato attività di espor-tazione relativamente ai medicinali in-seriti nella lista.Le successive attività di controllo effet-tuate dai militari del Nucleo Nas di Ro-ma presso gli operatori individuati, nelcorso delle quali si è proceduto allaverifica della documentazione relativaai farmaci indicati nella lista e oggettodi esportazione, hanno in seguito con-dotto alla comminazione delle sanzioniamministrative per le irregolarità ac-certate in sede ispettiva. L’adesione di altre Regioni al progettoavviato nel Lazio e in Lombardia con-sentirà, inoltre, una più estesa siste-matizzazione e intensificazione delleattività di vigilanza.Il possibile verificarsi di distorsioni delmercato richiede una costante attivitàdi controllo, non solo a tutela dei pa-zienti, ma anche di tutti gli operatoriche, nel nostro Paese, svolgono la pro-pria attività con rigore e correttezza.Molto positivi i commenti pervenuti dallecategorie degli operatori del farmaco.Per la presidente di Federfarma Anna-rosa Racca, il documento “rappresen-ta un importante passo in avanti percontrastare le indisponibilità di medici-nali causate dal fenomeno delle espor-tazioni parallele”.“Da anni siamo impegnati ad evitareche i cittadini restino sprovvisti di quei

farmaci che, pur prodotti per il merca-to italiano, finiscono sul mercato di al-tri paesi europei dove i prezzi dei far-maci sono più alti” afferma Racca, rite-nendo “inammissibile che un malatonon trovi un farmaco solo perché eco-nomicamente è più conveniente ven-derlo all’estero”.“Il documento impegna tutti gli opera-tori del settore a rispettare le regolevigenti, che tutelano il cittadino” con-clude Racca, assicurando che i titolaridi farmacia continueranno “a monitora-re attentamente la situazione e a se-gnalare i farmaci mancanti, così comecontinueremo a sensibilizzare le Regio-ni, nell’auspicio che aderiscano tutte alprogetto, affinché il controllo dei requi-siti richiesti agli operatori che intendo-no esportare farmaci avvenga con pro-cedure rigide e standardizzate sull’inte-ro territorio nazionale”. Anche il leader delle aziende del far-maco, Massimo Scaccabarozzi, va-luta positivamente il documento, defi-nendo un grande risultato l’aver messoa punto “un piano d’azione comune perevitare che si verifichino ancora feno-meni di indisponibilità di farmaci. Daadesso in poi si tratta di proseguire suquesta strada” è l’invito del presidentedi Farmindustria “superando ogni am-biguità per venire incontro ai bisogni disalute dei pazienti”.Favorevole anche i l commento diMauro Giombini, presidente Adf, chericorda come i distributori avevano giàevidenziato i limiti degli interventi legi-slativi (in particolare quello del febbra-io 2014) varati contro le carenze deifarmaci e richiesto un’analisi più appro-fondita “di un fenomeno multifattorialeche nasce già in fase di pre–distribu-zione, dato che le nostre rilevazionievidenziano per diversi farmaci inte-ressati al fenomeno forti differenze (fi-no al 90%) tra le quantità richieste equelle consegnate dalle industrie ai no-stri associati”.Per Giombini, in ogni caso, il documen-to condiviso è apprezzabile “perchécorregge la tendenza delle Regioni aconcedere autorizzazioni per la distri-buzione all’ingrosso a richiedenti prividi requisiti minimi strutturali che da

A lato: Annarosa Racca, presidente di Federfarma.in basso: Massimo Scaccabarozzi,presidente di Farmindustria.Sotto: Mauro Giombini, presidente Adf.

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Un farmaco anti-epatite made in India,bloccato a giugno alla dogana diCiampino, tornerà al paziente italianoche l’aveva ordinato, per effetto diun’ordinanza emessa lo scorso 2 set-tembre dal Tribunale del Riesame diRoma, che ha accolto il ricorso pre-sentato dall’avvocato Daria Pesce,legale dell’acquirente del medicinalegenerico a base di sofosbuvir, del qua-le è stato disposto il dissequestro.“Il farmaco – spiega l’avvocato – erastato acquistato in India per circa2.500 dollari, contro i circa 45.000 inItalia”, dove viene concesso dal Ssnsoltanto ai pazienti più gravi.“All’arrivo a Ciampino, il 9 giugno, ilfarmaco è stato sequestrato. Noi ab-biamo presupposto però che l’acqui-sto all’estero non costituisse un illecitoperché la terapia era a scopo perso-nale e non di commercializzazione: ilpaziente aveva tutta la documentazio-ne medica attestante le sue condizionie la regolare prescrizione per il medi-cinale, inoltre le quantità erano mini-me, pari a circa un mese di terapia”racconta Pesce. Da qui il ricorso che,il 2 settembre, è stato accolto dal Tri-bunale del Riesame di Roma.Decisione alla quale, ovviamente, guar-dano con molto interesse i malati italia-ni. “L’ordinanza del Tribunale del Riesa-me di Roma” evidenzia Ivan Gardini,presidente di EpaC Onlus, l’associazio-ne dei pazienti con epatite e malattiedel fegato “è interessante perché sanci-sce un concetto importante: il farmaco

medica, che in linea teorica non po-trebbe avvenire poiché i farmaci in og-getto sono già registrati in Italia. Regi-strati, ma indisponibili al 50% dei pa-zienti con Hcv. Limitazione che si tra-duce di fatto in una mancanza di validaalternativa terapeutica, ovvero una si-tuazione inedita, che la legge non con-templa e su questo aspetto – sottoli-nea Gardini – sarebbe opportuno unchiarimento urgente da parte del-l’Agenzia del Farmaco”.In ogni caso, secondo EpaC Onlus, inItalia la corsa all’acquisto di versionigeneriche all’estero dei nuovi super–medicinali ad alto costo ormai è unarealtà, “frutto delle limitazioni di acces-so ai nuovi farmaci per l’epatite C im-poste da Aifa. Come abbiamo più voltefatto presente, solo la rimozione dellelimitazioni potrà sgonfiare in modoconsistente questo genere di importa-zione per uso personale da parte deipazienti. Ora – conclude Gardini – cisono le condizioni per garantire un ac-cesso programmato ma senza limita-zioni. Serve solo la volontà politica”.

Epatite C: legittimo l’acquisto di farmaci all’estero per uso personale

parte nostra sono ritenuti imprescindi-bili per svolgere l’attività di distribuzio-ne intermedia full line alle farmacie”.Al riguardo, il presidente Adf cita“l’esempio lodevole” della Regione La-zio, “che ha revocato più di un’autoriz-zazione impropria grazie ad un’attivitàdi controllo dei Nas ben mirata”. Per Giombini, però, rimangono apertidue punti, oltre all’identificazione dei

criteri minimi che debbono possederei magazzini: si tratta della “condivisio-ne dei rilevamenti effettuati e dei datiin possesso anche di altre Associazio-ni di categoria, completati dal confron-to con il quadro prescrittivo delle ricet-te elettroniche e la conseguente defini-zione di un adeguato livello di copertu-ra negli approvvigionamenti.”

importato e regolarmente prescritto daun medico italiano per la cura dell’epati-te C non può essere considerata unaimportazione con fini commerciali, maesclusivamente a uso personale”.“L’ordinanza, tuttavia, non fa alcunamenzione su due altre questioni impor-tanti che talvolta spingono le autoritàdoganali a bloccare i farmaci genericiper l’epatite C che arrivano dall’este-ro” continua Gardini. La prima è “il di-vieto di acquisto di farmaci online conobbligo di prescrizione medica e l’altral’importazione tramite prescrizione

Grandi novità in arrivo per la gestionedei bollini dei farmaci, materia comenoto di pertinenza dell’Istituto Poligrafi-co e Zecca dello Stato, che ha presen-tato alle aziende farmaceutiche la nuo-va piattaforma ad accessi controllati,in italiano e in inglese, un sistema ditracciabilità informatica dei bollini chefunzionerà anche come scudo anti–contraffazione e che renderà più velo-ce la gestione degli ordini dei medici-nali per le industrie produttrici, con-sentendo una verifica in tempo reale efacilitando i flussi informativi tra diffe-renti stabilimenti produttivi. L’Ipzs distribuisce e produce ogni anno2,4 miliardi di bollini farmaceutici. Dal

1 gennaio 2016, da quando è in vigorela nuova versione del bollino, è statoimplementato un nuovo modello di ge-stione degli ordini e delle grafiche. Ipzs fa ora un ulteriore passo in avanti,presentando la piattaforma che “saràpienamente attiva a partire dal 2 no-vembre” ha assicurato Matteo Ta-glienti, responsabile della BusinessUnit Ipzs Anticontraffazione e Traccia-bilità “e dove saranno caricati tutti icataloghi di tutte le aziende presentisull’attuale sistema web”.“L’obiettivo dell’Istituto è quello di assol-vere al meglio il proprio compito” spie-ga l’amministratore delegato dell’Ipzs,Paolo Aielli “e questo richiede un

Ivan Gardini, presidente di EpaC Onlus.

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Ipzs, i 2,4 miliardi di bollini dei farmacisaranno gestiti da nuova piattaforma

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continuo sforzo, soprattutto di inno-vazione, con il quale stiamo cercandodi cimentarci. Il sistema vigente avevadelle forti limitazioni e abbiamo dunquevoluto creare una soluzione che rappre-sentasse un passo in avanti per gestireil sistema in modo trasparente e condi-viso, con l’obiettivo di dare alle ammini-strazioni competenti anche uno stru-mento di controllo e verifica”. “Era stato previsto che nascesseun’unica modalità di gestione degli or-dini attraverso una piattaforma infor-matica gestita dall’Ipzs” sottolineaClaudia Biffoli, a capo dell’Ufficio IV– Sistema informativo del ministerodella Salute. “La soluzione già c’era,ma ha avuto bisogno di una messa apunto e della raccolta di dati. Mi sem-bra che siamo arrivati a un buon pas-so avanti, la piattaforma è pronta e damarzo gli ordini saranno gestiti esclu-sivamente tramite questo strumento”,con l’addio definitivo all’utilizzo di mez-zi come il fax. Una novità, conclude la rappresentantedel ministero, “che noi sponsorizziamo

molto perchéconsente di velo-cizzare” i l mo-mento in cui unfarmaco approva-to arriva in com-mercio, “dandoimpulso alla tra-sparenza”.

Buone notizie per i conti della sanitàdella Regione Lazio: il disavanzo an-nuale, per il secondo anno consecuti-vo, registra a consuntivo un sensibilecalo, certificato dal tavolo tecnico perla verifica degli adempimenti del pianodi rientro al di sotto della soglia del5% nel rapporto con il Fondo sanitario. Il 2015 si è infatti chiuso con un deficitdi 332 milioni, contro i 355 del 2014.E – dato forse ancora più importante –il trend della proiezione 2016 si annun-cia ancora in miglioramento. Secondo le proiezioni della Regione, seil Servizio sanitario regionale del Lazioavesse centrato gli stessi risultati nel2007 (anno in cui è entrata in commis-sariamento con un disavanzo che sfio-rava i 2 miliardi), avrebbe evitato le for-che caudine del piano di rientro. Oltre al dato del consuntivo, migliorainoltre notevolmente il margine operati-vo, la differenza costi/ricavi al nettodella gestione finanziaria, che passa daun buco di 164 milioni del 2014 a unodi 43 milioni del 2015, come certificatodall’ultimo tavolo del 28 luglio scorso.Ciò significa che, al netto degli oneripregressi, il saldo della gestione ordina-

ria della sanità del Lazio è molto vicinoal pareggio tra il totale dei ricavi nettied il totale dei costi operativi. In questo quadro è stato approvato re-centemente il decreto del commissarioad acta (lo stesso presidente della Giun-ta Nicola Zingaretti) per l’attuazionedel decreto 12 giugno 2016, ovvero l’in-dividuazione delle aziende ospedalierelaziali da sottoporre a piano di rientro aisensi della legge 208/2015. Quelle indi-cate dal decreto commissariale del La-zio per essere sottoposte al piano trien-nale di efficientamento (a partire dal-l’esercizio 2017) sono sei: San Camillo,San Giovanni, Azienda ospedaliero uni-versitaria Umberto I e Sant’Andrea, Poli-clinico Tor Vergata e Ifo. L’ obiettivo complessivo per il 2017,che le sei aziende dovranno raggiun-gere insieme, è il recupero di 47 milio-ni di euro. Risorse che dovranno servi-re a riequilibrare la spesa verso il po-tenziamento della sanità territoriale,come previsto nei nuovi programmioperativi. Ed è proprio sul raggiungi-mento di questo obiettivo che sarà mi-surato l’operato dei direttori generali.

Era nell’aria, ma la notizia hacomunque un impatto che perMenarini, la più grande azien-da farmaceutica italiana, ri-schia di essere devastante. Iltribunale di Firenze ha con-dannato in primo grado a 10anni e sei mesi la presidenteLucia Aleotti e a 7 anni e sei

mesi il fratello Alberto Giovanni Aleot-ti, vicepresidente, ritenendoli colpevolidi aver riciclato ingenti somme prove-nienti da una serie di frodi fiscali. Questa la sentenza di primo grado altermine del processo che vedeva comeprincipali imputati i due eredi del fonda-tore dell’azienda Alberto, deceduto dueanni fa, ritenuto dagli inquirenti il vero ar-

tefice della colossale truffa che ilpubblico ministero Ettore Squilla-ce Greco, nella severissima re-quisitoria dell’11 dicembre2015, arrivò a definire “una delle

Processo Menarini, durissimele condanne ai vertici aziendali

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In alto: Claudia Biffoli, direttore Ufficio IV-Sistemainformativo del ministero della Salute.A lato: Lucia e Alberto Giovanni Aleotti,presidente e vicepresidente della Menarini.

Sanità, nel Lazio deficit in calo,migliora anche il margine operativo

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frodi più grandi che siano state com-messe nel nostro Paese, un imbroglioche per anni ha alterato il mercato deifarmaci”.I fratelli Aleotti erano accusati, tra l’al-tro, di evasione fiscale, riciclaggio ecorruzione (capo d’imputazione, que-sto, addebitato a Lucia, condannata an-che per questo). Ai due imputati è statoanche confiscato oltre un miliardo. Secondo l’ipotesi accusatoria, accoltadai giudici di primo grado, dal 1984 al2010 il patron storico Alberto Aleottiavrebbe usato società estere fittizieper l’acquisto dei principi attivi, con loscopo di far aumentare il prezzo finaledei farmaci, grazie ad una serie di fal-se fatturazioni truffando così il Serviziosanitario nazionale, che ha rimborsatomedicinali con prezzi ‘gonfiati’.Il danno per lo Stato, secondo gli inqui-renti, sarebbe stato di 860 milioni di eu-ro. Il reato di truffa non è stato conte-stato invece ai due figli del patron e ciòè all’origine del mancato risarcimentoalle diverse aziende sanitarie che si era-no costituite parti civili al processo: aLucia e Alberto Giovanni Aleotti è statocontestato il riciclaggio dei soldi portatiall’estero dal padre e i collegati reati fi-scali, ma non il reato di truffa. I fratelli Aleotti, tra l’altro, sono stati as-solti, perché il fatto non sussiste, anchedall’accusa di riciclaggio delle sommeprovenienti dal delitto di corruzione peril quale il padre era stato condannatodal tribunale di Napoli nel 1997. I difensori degli imputati hanno subitoannunciato che impugneranno la sen-tenza. “C’erano elementi per ritenereche i reati contestati non fossero so-stenibili” ha dichiarato il difensore deifratelli Aleotti, Sandro Traversi, an-nunciando il ricorso in appello controla sentenza di condanna.Intanto, Lucia Aleotti ha subito trasmes-so le sue dimissioni irrevocabili dallacarica di Componente del Comitato dipresidenza di Farmindustria, conferma-te con una nota alla stampa dal presi-dente della sigla delle aziende del far-maco Massimo Scaccabarozzi.“L’Associazione, nel prendere atto cheLucia e Giovanni Alberto Aleotti so-no stati assolti dall’accusa di truffa nei

confronti del Servizio sanitario nazio-nale e che essi hanno fatto ricorso inappello” si legge nella nota “è fiducio-sa che possano dimostrare nel suc-cessivo grado di giudizio la propriaestraneità ai reati fiscali contestati. Il

Nonostante un nubifragio abbat-tutosi durante la notte sulla Ca-pitale, centinaia di farmacistiromani si sono ritrovati il 2 ot-tobre a Villa Pamphili per lal’edizione 2016 della PharmaRun for Life, l’iniziativa di soli-darietà promossa dall’Ordinedei farmacisti di Roma giun-ta alla sua quarta edizione ededicata quest’anno a rea-lizzare interventi di assi-stenza sanitaria e farma-ceutica in favore dell’asso-ciazione Afron – Oncolo-gia per l’Africa Onlus. Malgrado qualche inevita-bile defezione, dovuta ainuvoloni che hanno con-tinuato a occupare mi-nacciosi il cielo capitolino anche nellamattinata della corsa (impedendo di re-plicare e magari superare il record diaffluenza dello scorso anno), sono statiancora una volta davvero numerosi ifarmacisti e loro parenti e amici chehanno risposto all’appello solidale, con400 iscritti alla corsa e alla passeggia-ta non competitiva, al solito organizza-ta e coordinata con impegno ed effica-cia da Marcello Giuliani, coadiuvato“dietro le quinte” da Antonella Di Sal-vo, sostenitrice della prima ora dell’ini-ziativa, intitolata alla memoria di suopadre Giustino, che fu il primo, già inanni lontanti, ad avviare iniziative di so-lidarietà a favore, in particolare, deibambini africani.Gli esiti della gara, per la cronaca,hanno visto prevalere Alfredo Colan-toni tra i maschi e Annalisa Gabrilletra le femmine. Tra i farmacisti iscritti

all’Ordine, primo classi-ficato è risultato Alessandro Leonetra i maschi e Romina Pagliaro tra ledonne. Nella categoria “Sei zampe”, ri-servata ai partecipanti accompagnatidal loro cane, il primo a tagliare il tra-guardo è stato Stefano Severini. Il premio per la farmacia più generosaè andato a Barbara Luciani e quelloper i giovani alla laureanda France-sca Romana Evangelisti.La manifestazione si è svolta nellaconsueta atmosfera di festa e collegia-lità ed è stata arricchita dalla parteci-pazione di Grace Akello, ambasciatri-ce in Italia dell’Uganda, uno dei paesiverso i quali è indirizzata l’attività diAfron–Oncologia per l’Africa, e di Sil-via Crescimanno, presidente del XIIMunicipio di Roma.

gruppo Menarini con i suoi circa 16mila dipendenti rappresenta un grandepatrimonio italiano che saprà certa-mente proseguire nel suo percorso disviluppo internazionale.”

Pharma Run, la corsa di solidarietà vince anche contro cielo grigio e pioggia

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Messaggi in bottiglia

“È una mattina d’agosto. Sul-l’ampio cielo, chiuso dalle lineesottili e frastagliate delle monta-gne, rese turchine dalla lonta-nanza, passano grandi nuvolecenerine, come mandrie di neb-bia, che svaniscono sui lembiancor limpidi di azzurro.”Sono parole che mi tornano inmente entrando, una mattinad’agosto appunto, in Sant’Anto-nio di Gallura, proveniente daCastelsardo.Parole di Grazia Maria Deled-da, scritte cento anni fa, rivoltaalla sua amata Gallura, emozionate evibranti di un tardo romanticismo chele valse un Nobel, l’unico mai assegna-to a una scrittrice italiana. Oggi, in cli-ma post–olimpico, si potrebbe direuna medaglia d’oro individuale in lette-ratura donne. Speriamo non lo faccianessuno.Ho appena lasciato i sughereti dellazona di Tempio e Calangianus, boschidi alberi a due colori con i rami infilatinelle loro maniche di corteccia e i tron-chi denudati, come tanti barbonciniusciti dalle mani di un tosacani. Sant’Antonio è l’ultimo lembo di auten-ticità, prima di entrare nel luna parkdella Costa Smeralda. In attesa di go-dere il privilegio di gustare un caffè eun succo di frutta a soli 15 euro, am-mirando baie stuprate dalle scie di mo-toscafi muscolosi, sotto l’occhio riccoe comprensivo di mega yacht svento-lanti dubbie bandiere di sicuri paradisifiscali, entro in farmacia a conoscere ildottor Pittorru. Antonio è il titolare della sede unica diSant’Antonio di Gallura. “La farmacia –racconta il collega– venne riaperta damio padre Pietro nel 1975, dopo chela sede era stata abbandonata qualcheanno prima per una più confortevole aSanta Teresa.”

La farmacia è ordinata e proporziona-ta ai 1500 abitanti che vi gravitano:pochi espositori, referenze misurate ein quantità contenute.“La parte commerciale non è mai sta-ta il piatto forte della mia farmacia –continua il dottor Antonio – siamo aventi chilometri da Olbia. I paesani misono fedelissimi per quanto riguardale prescrizioni, ma i centri commercialisorti a Olbia negli ultimi anni fanno of-ferte che io non mi potrò mai permet-tere. I prodotti da banco e gli integra-tori vanno a comprarli lì; con il tracollodel valore delle ricette, resto ancora inpiedi grazie alla fascia C. Se dovesse-ro togliermi pure quella non sapreidavvero come continuare a alzare laserranda al mattino”. “Allo stesso modo, se le autorità go-vernative dovessero insistere nel con-siderare la farmacia una mucca damungere per tappare le falle finanzia-rie del Sistema sanitario nazionale”spiega ancora il collega “Sant’Antoniotornerebbe alla situazione precedenteal 1975, quando la collega fu costret-ta a chiudere e andarsene altrove. In-tendiamoci, io non mi lamento, sonoun po’ come il sughero delle nostreparti e riesco a galleggiare. Se pensoperò ai colleghi che tirano avanti ser-

vendo comunità di 6–700 abi-tanti, mi chiedo come faccia-no. Abbiamo un aiuto dalla Re-gione in quanto rurali sussidia-ti, circa 3500 euro (lordi) al-l’anno. Soldi santi e benedetti,ma bastano appena per paga-re la licenza di utilizzo del ge-stionale che ci consente di di-stribuire i farmaci in Dpc e farefronte alle nuove esigenze del-la ricetta elettronica. A propo-sito di sedi disagiate, nel re-cente concorso straordinariosono state messe a bando una

novantina di nuove sedi, una buonaparte delle quali in Comuni di 200abitanti o poco più. Non sarà stata in-tenzione della Regione prendere in gi-ro i colleghi aspiranti alla titolarità,però molte sedi hanno un vago sento-re di beffa.”La chiacchierata viene interrotta ognitanto da un anziano, passo esitante ericetta stretta nella mano, il dottorAntonio non risparmia sorrisi e consi-gli, dal viso trapela la consapevolez-za del suo ruolo sanitario e la soddi-sfazione di ricoprirlo con competenzae passione.“Gli anziani del paese hanno la memo-ria dei tempi davvero duri e l’oculatez-za nella gestione del denaro. Scuoto-no la testa quando vedono rientrare igiovani dai centri commerciali con l’il-lusione del risparmio ma la certezza diaver comprato molto di più di quantoavevano bisogno. Li prendono in giro,apostrofandoli: – Aiò, quanto hai ri-sparmiato oggi? – Sono vecchi, pococapaci di rendersi conto dei vantaggidel progresso...” L’ultima frase è accompagnata da unsorriso, direi divertito. E pensare chec’è ancora gente che accusa i sardi dinon avere senso dell’umorismo.

Incontro estivo con il titolare di una sede rurale nell’entroterra della Gallura

Giù le mani dalle farmacie di sughero,più utili e preziose di ogni smeraldodi Maurizio Bisozzi

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Focus Dalla newsletter “SIF – Farmaci in evidenza”, n. 195 del 1° settembre 2016 Per gentile concessione della Società Italiana di Farmacologia

La tubercolosi è, insieme all’Hiv, lacausa più frequente di morte dovutaad agenti infettivi. Nonostante l’inciden-za della patologia sia leggermente di-minuita nell’ultima decade, il numero dipazienti affetti da tubercolosi è alto esono numerosi gli ostacoli che diminui-scono l’efficacia della prevenzione edel trattamento. Tra questi, l’inadeguata identificazionedi pazienti con infezione tu-bercolare latente ad alto ri-schio per lo sviluppo dellamalattia, la lentezza nella dia-gnosi, il trattamento inappro-priato di chi viene a contattocon i pazienti, la lunga duratadel trattamento, la contempo-ranea infezione di Hiv e la dif-fusione su base mondiale deiceppi di resistenti agli agentiantitubercolari maggiormenteefficaci.È stato proposto l’utilizzo deifluorochinoloni di quarta ge-nerazione (ad esempio, moxi-flossacina e gatiflossacina)per un trattamento di 4 mesidel paziente affetto da tuber-colosi, ma 3 studi hanno di-mostrato che questo proto-collo è meno efficace di quel-lo standard (6 mesi di tratta-mento).L’uso di pirazinamide in asso-ciazione con un fluorochinolo-ne di quarta generazione èconsiderato essenziale neltrattamento di pazienti affettida Mycobacterium tuberculo-sis multiresistenti (multi–drugresistant) o per effettuare un tratta-mento senza rifampicina (rifampicin–sparing regimens). Nel caso in cui il Mycobacterium tuber-culosis sia resistente a pirazinamide oal fluorochinolone non solo il tratta-mento è meno efficace. ma rischia di

favorire lo sviluppo di resistenza anchenei confronti dell’altro farmaco. È quin-di opportuno utilizzare il trattamentopirazinamide/fluorochinolone solo inuna popolazione con una bassissimafrequenza di resistenza ad entrambi ifarmaci.Scopo dello studio è stato quello di in-vestigare i livelli di resistenza a pirazi-namide, oflossacina, levoflossacina,

moxiflossacina e gatiflossacina in pa-zienti con tubercolosi in Paesi conun’alta frequenza di tubercolosi e My-cobacterium tuberculosis multiresi-stente.Lo studio ha considerato Mycobacte-rium tuberculosis isolati da pazienti af-

fetti da tubercolosi polmonare arruolatiin tre Paesi (Azerbaijan nel 2013, Ban-gladesh nel 2011 e Pakistan nel2013), and 3 regioni (Minsk in Bielo-russia nel 2010 e Gauteng e KwaZuluNatal in Sudafrica nel 2014). In questezone del mondo l’incidenza di tuberco-losi è compresa tra 58 e 834 casi per100000 abitanti e la resistenza alla ri-fampicina è compresa tra il 4,9% e il

49,1%.Il Mycobacterium tuberculosisè stato isolato dallo sputo deipazienti e tesato in laboratorisovranazionali di riferimentoper la resistenza a pirazinami-de, oflossacina, levoflossaci-na, moxiflossacina e gatiflos-sacina. La resistenza alla pirazinami-de è stata studiata tramite ilsequenziamento del genepncA (Rv2043c) e del suopromotore. Se sono state os-servate mutazioni non descrit-te prima e, dunque, per lequali non era noto l’effettosulla sensibilità alla pirazina-mide, la resistenza al tratta-mento è stata valutata fenoti-picamente util izzando unaconcentrazione di pirazinami-de uguale a 100 microgram-mi/ml. La resistenza a oflossacina emoxiflossacina è stata valuta-ta solo tramite valutazione delfenotipo utilizzando rispettiva-mente una concentrazione di2 e 0,5 microgrammi/ml. Iceppi resistenti a oflossacina

e moxiflossacina sono stati testati perla resistenza levoflossacina (1,5 micro-grammi/ml), moxiflossacina (2 micro-grammi/ml) e gatiflossacina (2 micro-grammi/ml).Non è stato possibile ricoltivare tutti iceppi originariamente isolati con una

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I trattamenti inappropriati all’origine del preoccupante fenomeno

Mycobacterium tuberculosis, in aumento i ceppi resistentia cura di Giuseppe Nocentini*

TBC (tubercolosi)

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Riferimenti BibliograficiZignol M et al. Population–based resistance of Mycobacterium tuberculosis isolates to pyrazinamide and fluoroquinolones: resultsfrom a multicountry surveillance project. Lancet Infect Dis. Pubblicato online Luglio 7, 2016.

percentuale di fallimento compresa trail 5% e il 29% nei micobatteri prove-nienti dai diversi Paesi.Sono stati valutati 4972 pazienti per laresistenza alla pirazinamide che è ri-sultata compresa tra il 3 e il 42% neidiversi Paesi. Le frequenze più bassedi resistenza sono state osservate inBangladesh, Pakistan e Sudafrica. I li-velli di resistenza alla pirazinamide nonsono risultati statisticamente diversi ri-spetto ai livelli di resistenza alla rifam-picina in tutti i Paesi tranne il Pakistandove la resistenza alla pirazinamide èrisultata inferiore a quella alla rifampici-na. La proporzione di resistenza allapirazinamide è risultata significativa-mente più alta nei pazienti resistenti al-la rifampicina e nei pazienti preceden-temente trattati per tubercolosi.Per i fluorochinoloni sono stati valutati5015 pazienti e la resitenza è risultatacompresa tra il 3 e il 42% nei diversiPaesi. All’interno di ciascun Paese lapercentuale di resistenza a oflossaci-na, levoflossacina e moxiflossacina (te-stata a 0,5 microgrammi/ml) è risulta-ta simile. Nei diversi Paesi, la resistenza peroflossacina è risultata compresa tra1% e il 16,6%, quella per levoflossaci-na è risultata compresa tra 0,5% e il12,4% e quella per moxiflossacina(0,5 microgrammi/ml) è risultata com-presa tra 0,9% e il 14,6%. Al contrariola resistenza a moxiflossacina testataa 2 microgrammi/ml è risultata com-presa tra 0,0% e 5,1% e quella per ga-tiflossacina è risultata compresa tra0,0% e 2,5%. Dunque, la frequenza diresistenza ad entrambi i farmaci è ri-sultata più bassa e meno variabile traPaese e Paese. È però preoccupante notare che lapercentuale di ceppi resistenti ai fluo-rochinoloni di vecchia generazione inPakistan e in Bangladesh è più alta diquella alla rifampicina. Questo proba-bilmente deriva dal largo uso dei fluo-

rochinoloni in Asia, non solo nel tratta-mento della tubercolosi ma anche inaltre patologie quali, ad esempio, lapolmonite.La proporzione di nuovi casi di resi-stenza ai fluorochinoloni è risultata si-gnificativamente più bassa che quellaalla rifampicina in tutti i Paesi tranneBangladesh e Pakistan. In tutti i Paesiè stata trovata una frequenza di resi-stenza alla oflossacina più alta nei pa-zienti resistenti alla rifampicina, men-tre non è stata trovata associazionetra resistenza a rifampicina e resisten-za agli altri fluorochinoloni. Infine, lafrequenza di resistenza è stata più altanei pazienti in trattamento che nellenuove diagnosi.Per 282 ceppi dei 303 resistenti aoflossacina è stato possibile verificarela cross–resistenza agli altri fluorochi-noloni. L’87% di questi era cross–resi-stente a levoflossacina e 72% a moxi-flossacina testata a 0,5 microgram-mi/ml. Ma quando la moxiflossacina èstata testata a 2 microgrammi/ml lacross resistenza è stata osservata so-lo nel 7% dei ceppi. Inoltre, esiste unaminima cross–resistenza tra oflossaci-na e moxiflossacina (2%).Secondo gli autori questo studio portaa una serie di conclusioni interessanti:1) Dal momento che la frequenza di

resistenza alla rifampicina è similea quella alla pirazinamide, non ci sipuò aspettare che un trattamentoche include pirazinamide sia più ef-ficace di quello che include rifampi-cina;

2) Per questo motivo è importante di-sporre di tecniche molecolari capa-ci di identificare velocemente chinon è sensibile alla pirazinamide;

3) Nonostante una certa sovrapposi-zione delle resistenze a rifampicinae pirazinamide, in alcuni pazienti re-sistenti alla rifampicina (19%–63%nei diversi Paesi), il trattamentocon pirazinamide è efficace;

4) La resistenza ai fluorochinoloni diquarta generazione è estrema-mente bassa in tutti i Paesi. Ciòconferma le linee guide che preve-dono l’utilizzo di questi fluorochi-noloni nel trattamento delle tuber-colosi resistenti agli altri antitu-bercolari. Esiste, però, il proble-ma di stabilire qual è la concentra-zione giusta a cui testare i fluoro-chinoloni (ad esempio, la moxiflos-sacina).

Lo studio ha due limiti. Il primo è rela-to alla natura retrospettiva e al fattoche è stato impostato per studiare lapercentuale di ceppi multiresistenti enon la resistenza ai fluorochinoloni oalla pirazinamide. Inoltre, l’impossibili-tà di testare il 29% dei ceppi prove-niente dal Bangladesh ha ulteriormen-te diminuito la potenza statistica dellostudio. La seconda limitazione è relativa aitest di laboratorio fenotipici. In partico-lare, il basso livello di resistenza a mo-xiflossacina e gatiflossacina potrebbeessere imputato all’utilizzo, in vitro, diuna concentrazione troppo alta. Il pro-blema con la pirazinamide è stato ri-dotto dall’utilizzo del test genetico chesi stima identifichi l’85–90% delle resi-stenze.In conclusione, la presenza di resi-stenza alla rifampicina (identificabi-le attraverso tecniche molecolari) indi-ca la possibilità di una simultanearesistenza alla pirazinamide e aifluorochinoloni di vecchia genera-zione e, dunque, suggerisce di testa-re precocemente la resistenza a questifarmaci. D’altra parte, la frequenza diresistenza ai fluorochinoloni di quartagenerazione sembra essere ancoramolto bassa.

*professore associato di Farmacologia,Dipartimento di Medicina, Università

di Perugia

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Codici e codicilli In collaborazione e per gentile concessione di Studio Associato Bacigalupo–Lucidi e Sediva

Soci, preclusa ogni attività in (o per) altre farmacie L’associazione vincitrice della qua-le faccio parte è composta da meed altri due colleghi e dovremmoessere assegnatari tra breve diuna farmacia. Gli accordi verbali intercorsi tranoi prevedono che uno dei soci la-sci a me e al terzo associato laconduzione della nuova sede, fer-mo restando che lui riesca a con-servare il suo posto da collabora-tore presso la farmacia nella qualeè attualmente occupato.Ho ben chiara la situazione ma hosentito dire da più parti che c’è lapossibilità di continuare la collabo-razione con una farmacia ricor-rendo a un contratto di consulenzada libero professionista, aprendouna partita iva e fatturando al tito-lare le ore lavorate come collabo-ratore. È plausibile questa soluzio-ne? (lettera firmata)

Non c’è invece nessuna possibilità –per chi assuma la veste di socio inuna società titolare di farmacia – disvolgere attività professionali, sia qua-le collaboratore dipendente che in ve-ste di co.co.co. o di titolare di partitaiva, per un’“altra farmacia” (a menoche non si tratti, aggiungiamo som-messamente, di prestazioni puramen-te e inequivocabilmente occasionali).Al momento, infatti, questo è un impedi-mento assoluto perché così è previstosub b) dell’art. 8 della legge 362/91.

È ben vero che, a seguito dell’entratain vigore del ddl Concorrenza, la gri-glia delle compatibilità dovrebbe inte-ramente essere ridisegnata, e le ragio-ni le abbiamo illustrate più volte.Ma è evidente che una tale ipotetica ri-configurazione – se mai qualcuno siprenderà la briga di affrontare una vi-cenda estremamente complessa comequesta – tarderà parecchio e quindi si-curamente non potrà nei fatti essere dialcun aiuto nel caso di specie, non per-mettendo in ogni caso di realizzare leintese cui si fa cenno nel quesito, chepertanto – a meno che i soci non inten-dano rinunciare all’assegnazione – sidovrà cercare di raggiungere su ben al-tre basi, comunque non compatibili conil proponimento del terzo associato dicontinuare a svolgere una qualunque at-tività di collaborazione con una farma-cia diversa da quella sociale.Può darsi, attenzione, che la conclu-sione possa essere diversa laddovenel caso prospettato dal quesito la ti-tolarità della farmacia sia riconosciutaa favore non della società formata tra i

co–vincitori, ma congiuntamente/di-sgiuntamente a nome e favore di que-sti ultimi, che notoriamente è la tesiadottata dall’Emilia e ora fatta propriaanche dal Lazio.È inutile rammentare la nostra fermacontrarietà a questa impostazione (ched’altra parte continuiamo a non crederepossa essere condivisa dal Consiglio diStato), ma certo è che – se finirà inopi-natamente per prevalere la tesi dellacontitolarità o titolarità pro quota – an-che il sistema delle incompatibilità po-trebbe assumere sembianze diverse,perché gli impedimenti frapposti al so-cio dall’art. 8 della legge 362/91 nonsono tout court estensibili al titolare indi-viduale e quindi neppure ai “contitolari”.Ma almeno questo è un tema che rite-niamo e ci auguriamo evidentemente dinon dover affrontare, perché sui tantiversanti dei concorsi straordinari la car-ne al fuoco delle questioni già insorte èormai da tempo in quantità industriale.

Gustavo Bacigalupo

Ho letto con molto interesse unvostro commento sulla sentenzadel Consiglio di Stato relativa ai

punteggi aggiuntivi spettanti ai ru-rali, perché è un problema che miriguarda molto da vicino.Sono infatti una farmacista con 35anni di anzianità professionale dicui 13 come gestore di farmaciarurale, ho partecipato al concorsostraordinario insieme a 2 colleghesia in Regione Liguria che in Pie-monte e ci siamo classificate benecon 42,00 punti.Io però ho potuto inserire solo 35punti, mentre secondo questa sen-tenza ne avrei avuto molti di più eperciò la domanda è: cosa possofare? Ammesso che rivedano legraduatorie, devo sempre resta-

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Sentenza del CdS e punteggio dei “rurali”, cosa (non) cambia

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re in associazione con tutte edue o posso restare in graduatoriacon una soltanto, visto che con laterza collega abbiamo grossi pro-blemi? (lettera firmata)

Le graduatorie approvate dalla Regio-ne Liguria e dalla Regione Piemontesono ormai definitive, essendo infattidecorso il termine per proporre ricor-so al Tar (60 giorni dalla pubblicazionesul BUR) o al Presidente della Repub-blica (120 giorni), e quindi non posso-no essere ora “rivisitate” neppure sullabase della (molto opinabile) sentenzadel CdS richiamata dal quesito, che hagenerato l’apertura di “tavoli” su frontidiversi e nessuno può sapere se e co-me finirà, anche se – a meno di una(improbabile) pronta soluzione legislati-va pro o contro la tesi del CdS – è si-curo che il Consiglio di Stato, se nonaltro per il concorso siciliano, sarà co-stretto a rioccuparsene.In ogni caso, per poter continuare nel-la loro duplice avventura – che peròdovrebbe essere ormai conclusa inambedue i concorsi, per essere giàscaduti i 180 giorni concessi dal ban-do per l’apertura della farmacia (even-tualmente) assegnatavi, ovvero dovre-ste essere nelle condizioni di parteci-pare nell’uno e/o l’altro al 2° o 3° inter-pello – l’autrice del quesito e le sue so-cie sono costrette a tenere in piedi laloro compagine nello stesso assetto in

Codici e codicilli

Se il licenziamentoè intimato con ritardo

cui ha originariamente partecipato aidue concorsi.Infatti, l’“uscita” anche di una delle duecolleghe della lettrice che avanza ilquesito – che si concretizzerebbe evi-dentemente nella mancata sua parteci-pazione al rogito di formazione dellasocietà destinata (secondo l’opzionesia della Liguria che del Piemonte) ad

assumere la titolarità dell’esercizio chegià sia stato o possa in prosieguo es-sere assegnato alla loro associazione –comporterebbe l’esclusione dall’unae/o l’altra graduatoria e dunque dall’in-tera relativa procedura concorsuale.

Gustavo Bacigalupo

Recentemente dopo numerosi rim-proveri verbali ho consegnato unalettera di richiamo ad un mio di-pendente che da tempo era scorte-se con i clienti al banco della far-macia e la sua lentezza esasperan-te nel servirli causava spesso infini-te attese. Successivamente alla let-tera di richiamo, a cui ne sono se-guite altre e a nessuna delle qualiho avuto risposta, dopo quasi 10mesi ho intimato al dipendente il li-cenziamento per iscritto. Può esse-re impugnato? (lettera firmata)

Su una vicenda assimilabile a quelladescritta nel quesito, lo scorso luglioil Tribunale di Milano si è espresso intermini non certo confortanti perl’azienda.

Si trattava, in particolare, di un datoredi lavoro che aveva notificato una con-testazione disciplinare al dipendente elo aveva licenziato dopo un anno; nellacontestazione venivano addebitati allavoratore gravi comportamenti consi-stenti in continue richieste di aumentidi retribuzione da parte del lavoratore,che riteneva infatti giusto adeguare ilsuo stipendio sia all’orario di lavoroche alle mansioni svolte.Il dipendente aveva quindi chiesto il ri-sarcimento del danno unitamente a cin-que mensilità e la reintegra nel posto dilavoro: i giudici milanesi hanno accoltola richiesta perché il datore di lavoroaveva fatto trascorrere un lasso di tem-po eccessivo tra il richiamo e il licenzia-mento andando quindi in contrasto, inparticolare, con il disposto dell’art. 7dello Statuto dei lavoratori che richiedeall’azienda provvedimenti ispirati a “im-mediatezza e tempestività”.Nella fattispecie decisa, secondo il Tri-bunale, il licenziamento – oltre a viola-re gli elementari principi di correttezzae buona fede – è sembrato inoltre sug-gerito da sentimenti di ritorsione.Certo, il caso prospettato dal quesitopuò essere diverso, perché qui al lavo-ratore sono stati contestati comporta-menti sicuramente contrari ai princìpiche regolano le prestazioni lavorative,ma anche qui la tardiva contestazioneparrebbe di per sé rendere illegittimo illicenziamento.

Giorgio Bacigalupo

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Dallo scorso 13 settembre, per effet-to di un decreto del ministero delle Fi-nanze del 1 settembre 2016, anchele “parafarmacie” sono incluse nel no-vero dei soggetti tenuti alla trasmis-sione telematica delle spese sanitarieal sistema TS (Tessera sanitaria) ai fi-ni della dichiarazione dei redditi pre-compilata: la novità vale anche per glipsicologi, gli infermieri, le ostetriche,i tecnici sanitari di radiologia medicae gli ottici.Tutti questi soggetti, quindi, dovrannocomunicare nelle modalità operativegià stabilite (e confermate da un re-cente provvedimento dell’Agenzia del-le Entrate) i dati relativi alle spese sa-nitarie sostenute a partire dal 1° gen-naio 2016 (e, quindi, già a valere perla pre-compilazione della dichiarazionerelativa al corrente anno da presenta-re nella primavera-estate 2017).

Pari incombenza avranno, sempreper le spese sostenute dall ’ iniziodell’anno, anche i veterinari, con rife-rimento ovviamente alle spese per lacura e il mantenimento degli animalidomestici legalmente ammessi.Il decreto ministeriale, emanato a ri-dosso della scadenza del termine dipresentazione del secondo anno divita della pre-compilata, attesta in-dubbiamente la riuscita di questoprogetto e la chiara volontà del -l’Agenzia delle Entrate di proseguiresu questa strada, non solo per forni-re ai contribuenti un’assistenza sem-pre migliore ma anche – come è age-vole comprendere – per fini di “moni-toraggio” delle posizioni fiscali deicittadini.

Stefano Civitareale

Volendo iniziare a praticare la fo-ratura all’orecchio, vi chiedo senormativamente ci sia differenzatra l’atto della foratura all’orec-chio e quella del piercing. (letterafirmata)

La regolamentazione in materia è es-senzialmente di competenza regionalee per la Regione Marche hanno prov-veduto recentemente la L. R. Marchen. 38 del 18/11/2013 e il relativo re-golamento di attuazione (n. 2 del09/05/2016).I due provvedimenti disciplinano in det-taglio tutti gli aspetti dell’eserciziodell’attività di tatuaggio e di “piercing”(amministrativi, igienico–sanitari, pro-fessionali, strumentali ecc.), deman-dandone la vigilanza ai Comuni e, perquel che concerne i requisiti igienici e

sanitari, alle Aziende sanitarie locali(art. 10, comma 1, L.R. 38/2013). Ora, per quel che qui ci interessa,l’art. 2, comma 10, del regolamentodispone chiaramente che “Nelle farma-cie, nei negozi di oreficeria, nelle gio-iellerie o nei punti vendita di bigotteriaè consentita solo la pratica del pier-cing esclusivamente sul lobo auricola-re con attrezzatura monouso, fermarestando l’asepsi della cute” (ma in al-tre Regioni l’area dei soggetti legitti-mati al piercing non è così ampia, an-che se la farmacia in pratica vi è sem-pre prevista…).In effetti, anche se il “foro all’orecchio”– come si evince dall’ art. 2, comma1, lett. b) L.R. 38/2013: “per piercingsi intende il trattamento finalizzato al-l’inserimento di anelli e metalli di diver-sa forma e fattura in varie zone del

corpo” – appartiene a stretto rigore atale categoria, l’intervento in cui consi-ste, per le caratteristiche della partedel corpo sulla quale viene praticato,non è cruento e può essere eseguito,come afferma il regolamento (art. 6,comma 1, lett. d) e comma 5), anchemediante l’uso di dispositivi meccanicidi foratura che garantiscano le neces-sarie condizioni di igiene e sicurezza;per questo motivo la foratura auricola-re è l’unico “piercing” praticabile in as-senza delle stringenti condizioni igieni-co-sanitarie e dei requisiti previsti dallarichiamata normativa per interventi piùprofondi.Per concludere, se nelle farmacie delleMarche – ma ci pare che anche le altrenormative regionali siano nello stessosenso – è consentito senz’altro pratica-re “fori alle orecchie” sempre natural-mente in condizioni di igiene e sicurez-za e con l’utilizzo di dispositivi meccani-ci di foratura, non è però ammesso al-tro tipo di intervento del genere “pier-cing” né tantomeno tatuaggi, e questo– considerata la categoricità della di-sposizione di cui all’art. 2, comma 10della legge regionale – neppure se si at-trezzassero ad hoc secondo la richia-mata normativa per i vari profili ammini-strativi professionali, igienico–sanitari,ecc.

Stefano Civitareale

Piercing in farmacia,le norme non lo consentono

Spese sanitarie, trasmissione telematicaobbligatoria anche per le parafarmacie

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perciò, se le rettifiche sono corrette, iltitolare ha una duplice scelta: conte-stare l’addebito dal punto di vista sog-gettivo, tenuto conto della mancataidentità tra contravventore e soggettochiamato al rimborso, oppure agire in

rivalsa per il relativo importo nei con-fronti del gestore provvisorio, previacomunicazione a quest’ultimo delle ret-tifiche.Probabilmente sarà proprio questa se-conda l’opzione che prediligerà l’attua-le titolare, perché potrebbe forse rive-larsi per lui anche la più semplice.

Stefano Lucidi

Codici e codicilli

Differenze contabili su Dcr rilevate sulla gestione precedente, chi paga? Sono stato gestore provvisorio di se-de rurale dal 2004 al 2010. A tale da-ta la farmacia è stata assegnata a unacollega vincitrice di regolare concorsoe diventata perciò titolare dell’eserci-zio. Nell’anno corrente (2016) la Asl diappartenenza esige dalla collega tito-lare differenze contabili da verifiche suDcr dell’anno 2006 e che andranno adessere decurtate dall’importo da liqui-dare alla farmacia con la Dcr del pros-simo mese di ottobre. Ribadendo che nel 2006 ero gestoredella farmacia, è corretta la proceduradell’Asl che impone all’attuale titolaredi sanare differenze contabili della ge-stione precedente e risalenti al 2006?Qual è il termine massimo entro il qua-le la Asl può contestare differenzecontabili riscontrate in Dcr?L’art. 4, comma 12, della Convenzione(Dpr. 371/1998) prevede che gli ufficicompetenti rettifichino d’ufficio concontestuale motivata comunicazionealla farmacia tutti gli errori contabili,compresi quelli relativi alla quota dipartecipazione alla spesa farmaceuti-ca da parte dell’assistito, i diritti addi-zionali o quant’altro previsto dalla nor-mativa vigente, fatto salvo il diritto del-la farmacia di ricorrere alla Commis-sione farmaceutica competente a pro-nunciarsi in merito ad ogni irregolaritào inosservanza dell’accordo.Le differenze contabili cui fa riferimen-to il quesito, pertanto, una volta accer-tate e comunicate alla farmacia (laquale può evidentemente contro de-durre denunciando eventuali irregolari-tà sulle verifiche effettuate, o ricorrereappunto alla Commissione), possonoessere addebitate alla farmacia stessadalla Asl nel periodo prescrizionale or-dinario decennale, che è quello appli-cabile alla vicenda in esame.La Convenzione fa dunque sempre ri-ferimento alle “farmacie” ed è per que-sto che la Asl chiede all’attuale titolaredi sanare quelle differenze contabili ri-scontrate nella gestione precedente, e

Distributore automatico, in quanti annipuò essere distribuito l’ammortamento?Vorrei acquistare un distributoreautomatico di farmaci sfruttandol’ammortamento. In quanti anni sieffettua tale ammortamento su unvalore di 20.000 euro pagato perintero all’acquisto? (lettera firmata)

Il distributore automatico costituisce uncespite ammortizzabile rientrante tra le“attrezzature” della farmacia, il cui co-sto viene ammortizzato fiscalmente conun’aliquotaannua massima del 15%, ri-dotta alla metà nel primo esercizio. Anche per questo investimento, tutta-via, si applica – fino al 31/12/2016,

salvo proroghe – la maggiorazione del40% del costo di acquisizione ai finidel calcolo delle quote di ammorta-mento fiscalmente deducibili (c.d. “su-per ammortamento”), introdotta dallaLegge di stabilità 2016.Il recupero del costo avviene, quindi,con l’ammortamento calcolato all’ali-quota massima e considerando la ri-duzione alla metà della stessa per ilprimo anno, in un arco temporale di 8anni.

Roberto Santori

Farmaci scaduti, dove possonoessere conservati i loro contenitori?I farmaci della farmacia scaduti,da inviare ad Assinde o aziendaspecializzata al ritiro, devono es-sere conservati in appositi conte-nitori. I contenitori vanno tenuti infarmacia o possono essere con-servati in altro luogo: casa pro-pria, spazi condominiali, garagenon attinenti con i locali farmacia?(lettera firmata)

Il farmacista ha l’obbligo di stoccare iprodotti scaduti, revocati e avariati in ap-positi contenitori contrassegnati, daconservare in un’area opportunamente

separata da quella dove sono presenti iprodotti regolarmente in vendita. Quindipotranno essere conservati nel magazzi-no – interno o esterno, se presente – eperò separato dal locale farmacia, manaturalmente dichiarato agli organi com-petenti (Asl, Agenzia Entrate, ecc.) qualefacente parte della farmacia stessa.Come è facile comprendere, comun-que, gli scaduti non possono essereportati a casa, né depositati in spazicondominiali.

Roberto Santori

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L’Ordine per te

Orari di apertura al pubblico

Lunedì 9:00 – 14:30Martedì 9:00 – 14:30Mercoledì 9:00 – 15:30Giovedì 9:00 – 14:30Venerdì 9:00 – 14:30

Dove siamo,come raggiungerci

Via Alessandro Torlonia n.1500161 Romatel. 06.44236734 – 06.44234139 fax 06.44236339www.ordinefarmacistiroma.ite–mail: [email protected]

A chi rivolgersi

DirezioneMargherita Scalese [email protected]

AmministrazioneMassimo Carlo [email protected]

Ufficio stampaGiorgio Flavio [email protected]

Uffici di segreteriae rapporti con gli iscrittiSilvia Benedetti [email protected]

Valentina [email protected]

Valeria [email protected]

Loredana Minuto [email protected]

Consulenti

Consulenza fiscale Francesco d’[email protected]

Consulente del lavoro Fabrizio [email protected]

Consiglio Direttivo PresidenteEmilio Croce

Vice PresidenteGiuseppe Guaglianone

SegretarioNunzio Giuseppe Nicotra

ConsiglieriMaurizio BisozziGaetano De RitisFernanda FerrazinRossella FioravantiLeopoldo Mannucci Giuseppina MarrapodiPietro MottaGelsomina PerriEnnio PonziEmanuela SilviMaria Cristina Vergati

Revisori dei Conti:

EffettiviArturo Cavaliere (pres.)Valeria AnnecchiaricoSandro Giuliani

SupplenteAntonella Soave

Un caldo benvenuto a:

I nuovi iscritti:Alexandra Cristina PopescuAndra Ionela Matusa Annarita RobertiCarolina SenniCristina AversaEliana DoldoErika GrassiGiorgia MagliocchiMatteo AvantaggiatoMaria Serena CammaranoMariagiovanna Grillo Oana Apetroae Roberto RitrovatoSara BaxhakSara VelenosiSusanna Zaffiri Tiziana Russo Zakaria Fahmi Said Mofdi

Iscritti per trasferimento:Alessia Nuti Bartolomeo CapricanoDanilo GiorgioGermana MinnitiIlaria Milanese Maria Anna Teberino Valentina Finocchi

tutti iscritti all’Albo del nostro Ordinenei mesi di settembre e ottobre

La cerimonia dei saluti

L’Ordine dei Farmacisti e la professionetutta porgono l’ultimo saluto a:

Sergio Celani,laureato presso l’Università degli Studidi Roma il 14 luglio 1961

Euliana Lorenzatti Taddei,laureata presso l’Università degli Studidi Roma il 22 luglio 1946

Gianna Tattoni,laureata presso l’Università degli Studidi Roma il 21 marzo 1995

che ci hanno lasciati nel mese di settembre

Alle famiglie, le condoglianze sentite esincere dell’Ordine e di tutta la professione

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